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Auguri Rossoblù: Aurelio Marchese – 23 set

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Quello del quale vi palerò tra poche righe, Signori miei, è Calcio d’altri tempi, Calcio innovativo, Calcio intelligente, Calcio che rivoluzionò il modo di pensare: tutto ciò, legato a doppio filo con Bologna e il Bologna, non può che farmi pensare al Genio di Hermann Felsner, il primo vero rivoluzionario del Calcio dell’antiguerra. Il Co – protagonista di questa storia è un calciatore genovese, cresciuto nella Sanremese  (club ligure) è giunto a Bologna nel 1938. Il suo nome era Aurelio archese e di professione faceva, appunto, il calciatore: difensore nato, riuscì ad imporsi con regolarità grazie a doti uniche per un giocatore del reparto difensivo, almeno per i tempi; tocco sopraffino e facilità nella corsa lo rendevano un’arma tattica da non sottovalutare mai durante il match: fu per questo che l’allenatore, sperimentando varianti offensive che prevedevano, tra le altre, il famoso scambio tra terzino e mediano sinistro (all’epoca Ricci), con Aurelio che così poteva incunearsi tra le maglie avversarie per creare concreti pericoli. Protagonista indiscusso nella vittoria dei due Scudetti (1939 e 1941), diventò una colonna del reparto difensivo rossoblù e la conquista della Coppa Alta Italia del 1946 ne fu la conferma definitiva. Venne ceduto, dopo qualche mese di appannamento fisico, alla Spal, vicino a dove esplose calcisticamente. Aurelio è scomparso circa 20 anni fa ed oggi, nel lontano 1915, veniva alla luce sulla costa genovese; per questo motivo abbiamo deciso di ripercorrere le gesta di un grandissimo rossoblù, artefice della vittoria di Scudetti e protagonista di ottime partite.

 

Consultazione Collezione Luca e Lamberto Bertozzi

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