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Auguri Rossoblù: Emanuele Giaccherini – 5 mag

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“Sarò schietto e sincero, caro Emanuele: non ti ho mai sopportato. E un motivo c’è ed è anche molto semplice: vederti correre sulla fascia con la maglia del Cesena è una cosa che ho sempre detestato, soprattutto quando ti incuneavi in area di rigore e facevi gioire i tifosi romagnoli, i tuoi tifosi. E dire che tu a calcio non volevi più giocare, poiché dopo un brutto infortunio meditasti di smettere per andare a lavorare come operaio: pensa se fosse andata veramente così! E poi, quell’estate, entrasti di diritto nella mia lista nera: dal Cesena facesti il grande passo, quello della decisiva consacrazione, verso Torino, sponda bianconera. E anche questo, lasciatelo dire, non ti fece amare più di tanto, ma andiamo avanti; qui, tra una sgroppata e l’altra, trovasti persino il tempo di segnare al Bologna in Coppa Italia in una partita infinita, una partita nella quale nella porta dei bolognesi si palesò la Dea indiana dalle 8 braccia Federico Kali Agliardi; ma comunque passaste voi. Poi succede qualcosa di strano: decidi di andartene, in accordo con la società ma non con l’allenatore, Antonio Conte, che definirà la cessione un enorme errore, destinazione Inghilterra, a Sunderland, sponda black cats. Lì non andò benissimo (qualche infortunio di troppo limitò le prestazioni) e così la scelta definitiva: via dalla Terra d’Albione, io torno in Italia. Sì, ma in Italia chi c’è? In molti credono tu sia oramai un giocatore stanco, la brutta copia del soldatino (se il grande Di Livio mi permette di utilizzare questo soprannome) ammirato a Torino. Beh, in Italia una società ci sarebbe, è una società appena promossa con una presidenza forte alle spalle, lì potresti rilanciarti: tutti noi sappiamo benissimo che quella società è il Bologna, e la storia fino ad oggi la conoscete. Emanuele caro, ho smesso di odiarti; ho smesso di odiarti perché il calcio è linguaggio universale e appiana le difficoltà, avvicina le persone; ho smesso d odiarti perché per la maglia rossoblù hai sputato più volte sangue e non ti sei mai risparmiato; ho smesso di odiarti perché sei stato capace di dipingere un sogno, tu ed altri meravigliosi artisti del pallone; ho smesso di odiarti perché ho iniziato a volerti bene, anche quando le prestazioni non erano ottime correvi più degli altri, per far vedere che ci tenevi, e non poco, ad ogni singola partita. Per cui grazie Emanuele, grazie per quest’anno, grazie per le giocate con le quali ci hai deliziato, grazie per i gol decisivi.”      

Parole, parole, solo parole: il Calcio ci ha insegnato, mi ha insegnato, che la fiducia in questo mondo non esiste, esistono soltanto discorsi campati per aria, parole prive di signficato. Emanuele Giaccherini, nell’estate 2016, dopo aver disputato la migliore stagione della sua carriera, ha chiuso il cuore e accettato l’offerta del Napoli. Peccato, sarebbe potuto essere divertente Emanuè.

A margine, tanti auguri: oggi Emanuele compie 32 anni.

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