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Auguri Rossoblù: Emiliano Viviano – 1 dic

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La goduria, quella vera. Godere a Bologna? Sì, parecchio; sentirsi più forti di tutto e tutti, sconfiggere I Potenti, I Cattivi, Gli Antagonisti, quelli che non perdono mai, quelli ai quali viene perdonato tutto. E Tu sei lì, inerme, subisci e non puoi fare nulla: il Destino ha deciso per te. 24 ottobre 2010, Stadio Renato Dall’Ara, Bologna – Juventus. Non una partita come le altre, non lo è mai stato e, forse, non lo sarà mai. E’ un Bologna che, con Malesani in panchina, sembra poter camminare abbastanza bene, mentre i bianconeri vengono da un momento non proprio roseo, una squadra da rifondare e campioni che latitano. In porta, per i rossoblù, c’è un ragazzone, nato a Fiesole e cresciuto nella curva della Fiorentina, che, appena arrivato dal Brescia per una cifra record visti gli anni, si sta mettendo in mostra per fame, cattiveria e doti tra i pali. Emiliano Viviano, classe 1985, From Tuscany With Love, aldilà delle antipatie calcistiche; ma ritorniamo a quel pomeriggio: partita iniziata da circa 35 minuti, padroni di casa che soffrono, si chiudono e provano a spezzare le azioni degli ospiti, sicuramente più arrembanti. Poi, improvvisamente, il fattaccio: Daniele Portanova, uno dei difensori del Bologna più forti che ho potuto ammirare dal vivo, affronta uno dei neoacquisti juventini, tale Milos Krasic. Zazzera bionda, passo felino e scattante e una strana confusione che spesso (molto spesso, come avremo modo di verificare durante i suoi anni di permanenza in Italia) lo porta a tuffarsi senza motivo, inconsapevole che non ci troviamo allo Sterlino bensì qualche chilometro più lontano. Ebbene, Krasic ebbe un “mancamento improvviso” appena entrato in area e ingannò con una mossa di prestigio degna del miglior Houdini l’arbitro De Marco che, commosso da tale gioco illusionistico, decise di concedere un rigore grande, come si sol dire, come una casa. Vincenzo Iaquinta si presenta sul dischetto, tra le continue e giuste polemiche rossoblù, e si trova davanti Il Toscano: sguardo torvo come quando da bambino ti soffiano il balocco da sotto il naso, occhi concentrati sul pallone e rabbia, tanta rabbia in corpo che è pronta ad esplodere. Tiro debole, cuore in gola, parata. Stop. Di Viviano ricordo con chiarezza questo gesto. Quello successivo, invece, lo ho memorizzato e me lo porterò nella tomba: con parecchi francesismi ed un’eloquenza fuori dal comune accompagnata da un’ottima mimica facciale, il buon Emiliano si rivolse verso la curva dei suoi tifosi dicendo: “ Abbiamo due ‘attributi’ grandi così”. Missione compiuta, ora si festeggia. Stappate le bottiglie, il grande nemico, quello che ci ha sempre spodestato e mai ci aveva fatto godere, è finalmente tornato nel suo cantuccio a leccarsi le ferite, tra singhiozzi e rimpianti. Oggi Emiliano, portiere dei rossoblù per parecchi anni (fino al disastro buste) compie 31 anni. Auguri grandissimo, grazie per aver combattuto le nostre più grandi paure.

 

 

 

 

 

Foto Zimbio.com

La goduria, quella vera. Godere a Bologna? Sì, parecchio; sentirsi più forti di tutto e tutti, sconfiggere I Potenti, I Cattivi, Gli Antagonisti, quelli che non perdono mai, quelli ai quali viene perdonato tutto. E Tu sei lì, inerme, subisci e non puoi fare nulla: il Destino ha deciso per te. 24 ottobre 2010, Stadio Renato Dall’Ara, Bologna – Juventus. Non una partita come le altre, non lo è mai stato e, forse, non lo sarà mai. E’ un Bologna che, con Malesani in panchina, sembra poter camminare abbastanza bene, mentre i bianconeri vengono da un momento non proprio roseo, una squadra da rifondare e campioni che latitano. In porta, per i rossoblù, c’è un ragazzone, nato a Fiesole e cresciuto nella curva della Fiorentina, che, appena arrivato dal Brescia per una cifra record visti gli anni, si sta mettendo in mostra per fame, cattiveria e doti tra i pali. Emiliano Viviano, classe 1985, From Tuscany With Love, aldilà delle antipatie calcistiche; ma ritorniamo a quel pomeriggio: partita iniziata da circa 35 minuti, padroni di casa che soffrono, si chiudono e provano a spezzare le azioni degli ospiti, sicuramente più arrembanti. Poi, improvvisamente, il fattaccio: Daniele Portanova, uno dei difensori del Bologna più forti che ho potuto ammirare dal vivo, affronta uno dei neoacquisti juventini, tale Milos Krasic. Zazzera bionda, passo felino e scattante e una strana confusione che spesso (molto spesso, come avremo modo di verificare durante i suoi anni di permanenza in Italia) lo porta a tuffarsi senza motivo, inconsapevole che non ci troviamo allo Sterlino bensì qualche chilometro più lontano. Ebbene, Krasic ebbe un “mancamento improvviso” appena entrato in area e ingannò con una mossa di prestigio degna del miglior Houdini l’arbitro De Marco che, commosso da tale gioco illusionistico, decise di concedere un rigore grande, come si sol dire, come una casa. Vincenzo Iaquinta si presenta sul dischetto, tra le continue e giuste polemiche rossoblù, e si trova davanti Il Toscano: sguardo torvo come quando da bambino ti soffiano il balocco da sotto il naso, occhi concentrati sul pallone e rabbia, tanta rabbia in corpo che è pronta ad esplodere. Tiro debole, cuore in gola, parata. Stop. Di Viviano ricordo con chiarezza questo gesto. Quello successivo, invece, lo ho memorizzato e me lo porterò nella tomba: con parecchi francesismi ed un’eloquenza fuori dal comune accompagnata da un’ottima mimica facciale, il buon Emiliano si rivolse verso la curva dei suoi tifosi dicendo: “ Abbiamo due ‘attributi’ grandi così”. Missione compiuta, ora si festeggia. Stappate le bottiglie, il grande nemico, quello che ci ha sempre spodestato e mai ci aveva fatto godere, è finalmente tornato nel suo cantuccio a leccarsi le ferite, tra singhiozzi e rimpianti. Oggi Emiliano, portiere dei rossoblù per parecchi anni (fino al disastro buste) compie 31 anni. Auguri grandissimo, grazie per aver combattuto le nostre più grandi paure.

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