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Bologna FC

Auguri Rossoblù: Gaby Mudingayi – 1 ott

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“Con quei due lì al mio fianco, sento che potrei persino andare in guerra!”

Ogni qualvolta che andavo al Dall’Ara e vedevo i giocatori entrare in campo, focalizzavo la mia attenzione su un Uomo, già abbastanza pratico della Serie A, che vestiva la maglia numero 26. Non era elegante, non segnava gol incredibili e nemmeno saltava l’uomo con acrobazie degne di un funambolo; e che ci trovavo in Lui, direte voi? Il mio primo approccio con Gaby Mudingayi si verificò quando, proprio sui gradoni della Curva Bulgarelli, vidi uno striscione che così recitava: Gaby The Wall; e fu subito stima e amore calcistico per quel centrocampista belga. Faccia perennemente arrabbiata, mediano d’altri tempi a protezione della difesa, spesso considerata un fortino vicino al quale gli avversari non dovevano neanche avvicinarsi, ma soprattutto una grinta e una resistenza difficilmente reperibili in altri pari ruolo. Gaby Mudingayi ha rappresentato, per me, tutti quei giocatori che sì, magari non ti facevano emozionare per ciò che potevano combinarti in campo, ma che ti rendevano terribilmente orgoglioso quando indossavano la maglia della tua città, come se concedessi loro una sorta di permesso per infilarsi quella maglietta da molti ritenuta sacra. Successe che ad un certo punto, sotto Le Due Torri, arrivò un altro mediano, uruguaiano proveniente dal Monaco, che, dopo pochi allenamenti, formò con Mudi una coppia insuperabile, fatta di delinquenza calcistica e voglia di recuperare quel dannato pallone, costi quel che costi. Gaby e Diego hanno formato una vera e propria diga umana, sulla quale gli attacchi degli avversari andavano infrangendosi, come onde contro scogli. Gaby era il giocatore che preferivo in quel Bologna: l’espressione del volto che non lasciava presagire, per la squadra avversaria, nulla di buono, ma soprattutto quell’abnegazione nel correre sempre più degli altri, consapevole che ogni pallone recuperato è una piccola tessera per comporre il definitivo puzzle risolutivo della partita. Oggi Gaby compie 35 anni, e voglio pubblicamente ringraziarlo per avermi fatto amare un Calcio diverso da quello tutto spettacolo, un Calcio nel quale i contrasti duri esistono, ma dopo ogni fischio arbitrale c’è sempre una mano tesa pronta ad aiutarti a rialzarti. Grazie Mudi, e buon compleanno!

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