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Bologna balla il Tango, e Castro è il miglior interprete del nuovo millennio (Il Resto del Carlino)

Arrivato a gennaio 2024, Santiago Castro è stata l’arma in più del Bologna fin qui. Nessun altro sudamericano aveva fatto così bene al primo anno

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Lazio Bologna Castro
Santiago Castro (© Damiano Fiorentini)

Arrivato nel gennaio 2024, Santi Castro ci ha messo un po’ ad entrare nei meccanismi del calcio italiano, ma da quando ci è entrato il Bologna non può più farne a meno. “El Toto” nei suoi anni in Argentina al Velez ha imparato tanto dal fútbol sudamericano, portando in Italia tanta “garra” e tanta tecnica. Doti non comuni in Europa, che hanno fatto diventare subito Santi un idolo della tifoseria, che gli ha ben presto dedicato un coro tutto suo.

Il 2024 l’anno d’oro

Il 2024 è stato sì l’anno d’oro del Bologna, ma lo è stato anche per Santiago. Arrivato in Italia a poco più di vent’anni come un vero e proprio sconosciuto, Castro ha inizialmente fatto fatica a giocare con continuità nella squadra di Thiago Motta. Vero che quella era una macchina ormai perfetta, ma l’argentino non era comunque ancora abituato allo stile di calcio europeo, comandato da molta tattica e da intensità assai diversa rispetto a quella sudamericana.

Santi, quindi, ci ha messo un po’ ad esordire col Bologna, entrando in campo per la prima volta il 9 marzo, nei minuti finali della sfida persa contro l’Inter. La prima volta da titolare, poi, è arrivata a fine stagione, in quel pirotecnico 3-3 con la Juventus, dove Castro mise a segno il suo primo gol ed assist con il Bologna. Ma è con l’arrivo di Italiano che la vita del giovane argentino ha preso il volo. Il tecnico Rossoblù, infatti, è rimasto estasiato dalle doti tecniche e dalla tenacia del Toto, ritenendolo un giocatore imprescindibile per la squadra.

Da quel momento Castro non ha più tolto piede dal campo e, sfruttando la stagione fin qui deludente di Dallinga, si è preso a tutti gli effetti il posto da titolare indiscusso.

Santiago Castro e Benjamin Dominguez dopo Bologna-Fiorentina (©Bologna FC 1909)

Santiago Castro e Benjamin Dominguez dopo Bologna-Fiorentina (©Bologna FC 1909)

Castro & Co. : chi è stato il miglior tanguero del Bologna?

Il tatuaggio di Santiago

Il tatuaggio di Santiago

Se per entrare nei dettami del calcio europeo ci è voluto un po’, per entrare nel cuore dei Bolognesi Santi ci ha messo molto poco, tatuandosi un’immagine di lui sotto la Torre di Maratona del Dall’Ara. Prima di lui diversi sudamericani facero esultare i tifosi Rossoblù, ma con i suoi 6 gol e 7 assist al primo anno Santi è ad oggi il migliore.

Il primo argentino a far scaldare i cuori Rossoblù nel 2000 fu Julio Cruz. Arrivato dal Feyenoord per una ventina di miliardi delle vecchie lire El Jardinero partì con il botto, segnando al debutto contro il Bate Borisov e firmando una doppietta in Coppa Italia con l’Empoli. La stagione dell’argentino, però si concluse con 7 gol ed un assist. Dieci anni dopo ecco un altro tanguista a far esultare l’Andrea Costa: Gastòn Ramirez dall’Uruguay. Centrocampista offensivo di grande tecnica e con il vizio del gol, è stato quello che più si è avvicinato ai numeri di Castro, mettendo a referto 7 gol e 4 assist.

Ultimo in ordine temporale El Trenza Rodrigo Palacio, arrivato nel 2017 dall’Inter ed autore, nella sua prima stagione sotto le Due Torri, di 4 gol e 4 assist, anche se giudicarlo solo dai numeri è ingeneroso. Morale della favola, nessuno meglio di Santiago, che spera di ballare Tango a Bologna ancora per un po’.

Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino

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