Bologna FC
Bologna, il segreto di un club che sa fare famiglia
Il Bologna FC è più di un club: è una casa che accoglie. Ecco perché chi arriva si sente subito a casa e i risultati si vedono in campo.

C’è qualcosa di unico nell’aria di Bologna, qualcosa che va oltre il calcio e le logiche di un semplice club. È una città che abbraccia, un club che accoglie. È un posto dove chi arriva si sente subito parte di qualcosa di grande, come se fosse sempre stato lì. Non è un caso, non è fortuna. È un metodo, una cultura, un’identità che parte dall’alto e si riflette sul campo.
Lo ha detto chiaramente Davide Calabria oggi nella sua presentazione: «Sono qui da poco ma mi sembra di essere qui da parecchi mesi». Un concetto che si ripete nel tempo, stagione dopo stagione, giocatore dopo giocatore. Chi varca le porte del centro tecnico di Casteldebole viene immediatamente inglobato in una famiglia, e questo non accade per caso.
Dal vertice al campo: la macchina perfetta del Bologna
Quando la scorsa estate Thiago Motta ha lasciato Bologna dopo aver scritto la storia con la qualificazione in Champions League, in tanti si aspettavano scosse, tensioni, difficoltà nell’adattamento a un nuovo corso. Vincenzo Italiano arrivava con un fardello pesante sulle spalle e con qualche pregiudizio di troppo, ereditato dall’esperienza fiorentina. E invece? Il passaggio di testimone è stato naturale, quasi fisiologico.
Il motivo? Bologna non è solo una squadra o un club, è un ambiente costruito su basi solide, con una visione chiara e con uomini di calcio che sanno come si gestisce un gruppo. Saputo, Fenucci, Sartori e Di Vaio non sono semplici dirigenti: sono custodi di un’identità che permette a chiunque entri a far parte di questa realtà di sentirsi subito a casa.
Non è scontato nel calcio, anzi, è un’eccezione. Il segreto sta nella capacità di creare un ambiente sereno, dove le persone lavorano con fiducia e condivisione. E quando si lavora in un clima simile, i risultati arrivano.
L’identità Bologna, riflessa anche su Vincenzo Italiano
Non è difficile capire perché chi arriva a Bologna si innamora. La città stessa è un rifugio caloroso, un luogo dove la gente ti fa sentire speciale. È un ambiente che sa valorizzare il talento, che non lascia indietro nessuno e che mette l’uomo prima del giocatore.
Da prima, con Riccardo Orsolini, ad ora con lo stesso Calabria: tutti parlano di una realtà che li ha fatti sentire subito al centro del progetto. E quando un calciatore sta bene fuori dal campo, poi sul rettangolo verde si esprime al massimo.
Forse è questo il segreto del Bologna, quello che lo rende speciale e che gli permette di continuare a crescere anno dopo anno. Non è solo una questione di tattica o di moduli. È la capacità di accogliere, integrare e costruire una squadra che è prima di tutto un gruppo, una famiglia.
E così, stagione dopo stagione, chi arriva a Bologna non trova solo una squadra di calcio. Trova una casa.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Passerinimario@alice.it
13 Febbraio 2025 at 15:25
ho ascoltato la conferenza stampa di Calabria e mi è sembrato un ragazzo con la testa
sulle spalle.e mi ha sorpreso positivamemte Dominguez che dopo pochi mesi si esprime correttamente mella nostra lingua a mio giudizio denota una certa seruta e voglia di migliorare