Bologna FC
Bologna, domani un Torino diverso: come Vanoli ha cambiato i granata?
Sono passati poco meno di due mesi dalla sfida del girone di andata tra granata e rossoblù. In quell’occasione Italiano e i suoi sfidarono una squadra in crisi e con un impianto tattico be diverso da quello con cui arriverà in Emilia domani da imbattuta nel 2025 come i rossoblù

Domani al Dall’Ara, il Bologna ospita il Torino di Paolo Vanoli. La squadra di Vincenzo Italiano si troverà di fronte una formazione molto diversa da quella che, all’andata, perse in casa 0-2 contro i rossoblù. Una squadra decisamente più quadrata e solida rispetto a qualche mese fa.
La formazione granata è tra le quattro squadre europee ad essere imbattute nel nuovo anno solare. Un record che i granata condividono in Serie A proprio con il Bologna. Di fronte ai rossoblù, quindi, ci sarà una squadra molto diversa a quella dell’andata. Una formazione che si schiererà anche con una disposizione tattica diversa da quella del girone di andata.
Il cambio modulo del Torino di Vanoli
Paolo Vanoli ha ereditato un Torino costruito e pensato prevalentemente da Ivan Juric. Con il tecnico croato, la squadra granata ha giocato per tre stagioni con il 3-5-2. L’ex allenatore del Venezia è ripartito da questa idea tattica provando a giocare come lo scorso anno col Venezia con cui ha conquistato la promozione. Un’idea tuttavia che, dopo l’infortunio di Zapata, ha reso il Torino offensivamente inerme. E ne ha evidenziato la fragilità della fase difensiva. Riuscendo a segnare pochissimi gol, il Torino di Vanoli andava spesso sotto senza riuscire a rimontare.
Per questo motivo, ormai da oltre un mese, Vanoli ha optato per cambiare volto alla sua squadra. Vista la penuria di centravanti e l’abbondanza di punte e mezze punte, esterni e trequartisti, il tecnico ha deciso di passare al 4-2-3-1. Una mossa che nell’ultimo mese sta pagando importanti addendi e ha messo nelle migliori condizioni anche giocatori finora in difficoltà nel “progetto” granata. A gennaio, poi, questa nuova direzione tattica è stata supportato dall’arrivo di un esterno offensivo come Elmas e di un centrocampista con spiccate doti offensive come Cesare Casadei.
Sotto un certo punto di vista, il passaggio alla difesa a quattro sembra aver dato anche maggiori certezze ai titolari al centro della difesa Coco e Maripan, in precedenza spesso insufficienti.
Un Torino molto verticale
La squadra granata sfrutta le qualità della rosa senza ricercare altri modi di stare in campo, che non le appartengono. È un Torino semplice ma efficace. Il suo gioco non fa troppi fronzoli, la squadra granata cerca sempre di giocare in verticale, sia quando costruisce dal basso, sia ovviamente quando ha la possibilità di attaccare in contropiede.
La squadra cerca di uscire o sulle fasce, palla a terra, andando a creare superiorità numerica con l’allargamento del trequartista sulla fascia. In alternativa, i granata provano col gioco lungo, cambiando lato nell’intento di trovare il lato debole dell’avversario e isolare l’esterno per l’uno contro.
Un altro elemento che ha cambiato in positivo il Torino di Vanoli è la presenza di Che Adams nel ruolo di unica punta. Lo scozzese, a differenza del 3-5-2 modulo in cui svariava molto per ruotare intorno a Sanabria, gioca da solo davanti e sceglie in autonomia, leggendo il gioco i suoi movimenti. Il calciatore ex Southampton è molto bravo a muoversi sulla verticale, sia incontro al pallone che in profondità, creandosi in autonomia gli spazi da attaccare e creando anche gli spazi per centrocampisti ed esterni per aggredire la porta.
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