Bologna FC
Bologna, due chiacchiere con … Luca Mantovani
La quarta puntata di approfondimento sui ragazzi della Primavera rossoblù verte su uno dei giocatori che l’anno scorso ha trovato maggior spazio durante l’anno e che nel campionato alle porte si appresta a recitare un ruolo da protagonista negli schemi di Troise. Stiamo parlando di Luca Mantovani, classe 2000, di ruolo terzino destro, che si è raccontato in esclusiva per www.1000cuorirossoblu.it.
Ecco cosa ci ha raccontato!
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Come hai iniziato ad approcciarti al mondo del pallone? Era un chiodo fisso già da quando eri piccolo o è una passione che si è sviluppata dopo? Come è iniziata la tua carriera calcistica?
“Nella mia famiglia lo sport è molto seguito.Mio papà ha giocato a calcio a livello dilettantistico e mia mamma ha avuto una buona carriera come pallavolista. Nel mio DNA, quindi, ci sono anche le loro passioni. Già da quando ero piccolo, in casa volavano palline di qualsiasi dimensione, così come in giardino. Ho iniziato a 5 anni nel settore giovanile della mia città, Rovigo. Dopo la classica trafila sono passato all’AC Este e poi, a 13 anni, sono passato al Padova, dove ho disputato un solo campionato. In seguito al fallimento dei biancorossi sono stato contattato dal Bologna FC.”
Tu, così come Tommaso (Cassandro, ndr) che ho intervistato settimana scorsa, non sei originario di Bologna bensì veneto. Come è stato doversi trasferire lontano da casa?
“E’ stata una mia scelta: anche se giovanissimo volevo provare l’esperienza del convitto, cioè di non essere seguito passo dopo passo dai miei genitori ma riuscire a gestirmi da solo, sempre però sentendo la loro vicinanza, in ambito scolastico e calcistico. In questo mi hanno aiutato moltissimo tutte le persone che mi hanno seguito: dai tutor ai dirigenti, passando per allenatori e accompagnatori e finendo coi compagni più grandi.”
Sei, di fatto, un terzino destro che quest’anno dovrà macinare chilometri su tutta la fascia, visto il cambio di modulo che Mister Troise sta adottando: come ti stai trovando in questa nuova disposizione?
“ Devo fare una premessa: nel calcio moderno i laterali difensivi sono oramai giocatori << a tutta fascia>>. Perciò in un certo senso sono abituato a determinati movimenti. Chiaramente con la disposizione attuale (tre difensori centrali) dovrò abituarmi a dare una mano anche ai colleghi del centrocampo.”
Una cosa che mi ha sempre colpito del tuo modo di giocare è la facilità con la quale riuscivi a tenere a bada giocatori molto più rapidi e fisicamente impostati di te. A questo aggiungo una buonissima tenuta atletica e un discreto coraggio nel gettarsi in avanti. Tu, però, come ti descriveresti?
“Calcisticamente parlando io sono nato come centrale di difesa, quindi sono più portato alla fase difensiva dove, come hai notato anche tu, posso sfruttare la mia velocità e rapidità. Il ruolo di laterale destro mi è però piaciuto da subito, anche perché mi permette di partecipare maggiormente alla fase di impostazione e di attacco. Inoltre mi considero tecnicamente molto valido: in questi anni, per esempio, ho realizzato più di qualche rete su calcio di punizione dal limite.”
Sono arrivati tanti giocatori nuovi rispetto all’anno scorso e altrettanti hanno salutato la squadra: quali sono i tuoi obiettivi personali e quali quelli del gruppo? Vi siete rinforzati?
“A livello di squadre Primavera il cambiamento è fisiologico perché cambiano le annate che possono partecipare al trofeo e di conseguenza variano gli <<attori>> in campo. Chiaramente l’obiettivo primario mio e di tutti i miei compagni è l’immediato ritorno in Primavera 1. Mi sembra che la società si sia mossa molto bene sul mercato acquistando giocatori molto utili per raggiungere l’obiettivo prefissato. Solo però affrontando le prime partite potremo tastare con mano le nostre potenzialità, ma le sensazioni sono positive dopo le prime amichevoli. Naturalmente un altro obiettivo è quello di fare bene per poi avere l’opportunità di essere convocato con la prima squadra.”
Quanto può essere utile per Voi ragazzi della Primavera utilizzare un modulo molto simile a quello della Prima Squadra?
“Secondo me molto. Perché in caso di necessità noi ragazzi della Primavera saremmo pronti, tatticamente, a inserirci tranquillamente negli schemi della Prima Squadra.”
Sei uno dei giocatori che da maggior tempo indossa la casacca del Bologna: ti senti addosso maggiori responsabilità nei confronti dei nuovi arrivati?
“Del convitto sono il più anziano: il campionato che sta per cominciare sarà per me il quinto in maglia rossoblù. Come detto in precedenza, cerco di essere per i nuovi arrivati quello che i miei compagni più vecchi sono stati per me appena arrivato: dando loro consigli, soprattutto i primi tempi, sulla scuola, come muoversi in città, accompagnandoli nei primi tragitti convitto/Casteldebole e così via.”
Un tuo punto di forza e un aspetto sul quale vuoi migliorare
“Come punti di forza direi, senza indugi, la tenacia, la voglia di allenarmi e di giocare, lo stare in campo. Queste caratteristiche le pongo al di sopra di qualsiasi altro aspetto tecnico. La tecnica personale e la disciplina tattica sono tra i miei punti di forza. Dovrei migliorare ulteriormente nel gioco aereo.”
Hai un sogno nel cassetto?
“Uno l’ho accennato in precedenza: essere convocati in prima squadra! Ma il sogno più grande sarebbe la chiamata per una partita della Nazionale di categoria. Indossare la maglia azzurra sarebbe sicuramente un’esperienza indimenticabile. Ultimo ma non ultimo, anche se si tratta di obiettivo e non di sogno, riuscire a rimanere nel calcio professionistico.”
Giocatori a cui ti ispiri?
“Mi piacciono molto Benjamin Pavard, terzino dello Stoccarda e fresco vincitore della Coppa del Mondo con la Francia, e Daniel Carvajal, laterale del Real Madrid e della Nazionale spagnola”.
Il profilo che emerge dalla chiacchierata con Luca è quello di un ragazzo sulle spalle, umile ma con tanta determinazione e voglia di sognare. Quest’anno siamo sicuri sarà una conferma, più che una sorpresa: la fascia destra è sua, nessun dubbio!
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