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Bologna e Riccardo Calafiori: la situazione perfetta, al momento perfetto

Riccardo Calafiori lascia ufficialmente Bologna: tutti i pezzi del puzzle si sono incastrati al momento giusto, per tutti, in questa storia

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Riccardo Calafiori Bologna
Riccardo Calafiori (© Damiano Fiorentini)

E un altro “figlio della Champions” se ne va. Si, perché se nei Rossoblù ci sono “i figli di Bologna”, l’anno scorso ci sono stati anche i “figli della Champions”, un po’ per tutta la città. Dopo Joshua Zirkzee – tralasciando i non riscatti di Victor Kristiansen e Alexis Saelemaekers – il Bologna vede andar via anche Riccardo Calafiori: il classe 2002, da questa sera, è un nuovo giocatore dell’Arsenal. Se quella di Zirkzee era stata definita una storia breve, per questa forse non c’è nemmeno l’aggettivo corretto, giornalisticamente parlando. Quello che è certo, però, è sicuramente stato il tempismo: Riccardo e il Bologna si sono incontrati nel momento giusto.

Bologna e Riccardo Calafiori: tanto per vedersi, tanto per lasciarsi

Come di consueto, ci piace partire da questi titoli un po’ interlocutori. Cosa significa “tanto per lasciarsi”? Non sembra la frase giusta, dopo un solo anno, ma ha altri significati. Partiamo dall’inizio: tutti ricordiamo benissimo quanto sia durata, la scorsa estate, la trattativa tra Basilea e Bologna per portare alla corte di Thiago Motta questo difensore che solo un anno prima aveva lasciato il Belpaese.

Alla fine, come spesso accade – fortunatamente – ha avuto ragione Giovanni Sartori, e Riccardo Calafiori arriva sotto le Due Torri. I presupposti sono quelli giusti: giovane, buon piede, buona gamba – e dopo l’infortunio subito, non era scontato – ma soprattutto grande intelligenza tattica.

Parte un po’ dietro Riccardo, ma coglie la prima occasione buona per diventare uno di quei giocatori dei quali ti innamori dopo poco. Sembra diverso dagli altri, anche grazie a un allenatore che ne esalta le caratteristiche e lo rende uno dei migliori centrali della Serie A, senza se e senza ma. I meriti, al di là del comprensibile “rammarico” (eufemismo), vanno riconosciuti sia al giocatore e sia a chi lo guidava: le emozioni vissute, prima o poi, riaffioreranno nel cuore di tutti.

Torniamo al “tanto per lasciarsi”: forse, questo, solo da parte del Bologna. Che ha tenuto duro, fino alla fine: proprio lì, Riccardo, ha visto Oltremanica, e ha deciso di fare un altro passo in una carriera che molti “adulti” non hanno mai visto. E lo ha definito “un sogno”: in fondo, ha solo 22 anni, e va ricordato per pesare ogni singola parola.

Anche a te, grazie Riccardo: difficilmente qualcuno può dimenticare

Al di là del “rammarico”, dicevamo prima. Si, perché il rammarico di non vedere un altro protagonista di una stagione che definire “da farfalle nello stomaco” sembra quasi riduttivo, è sicuramente tanto. Ma, forse, è tutto un progetto del destino. Riccardo Calafiori si vedeva a Bologna forse per più tempo di quello che è stato, anche dalle sue parole nella prima conferenza in Rossoblù. Poi, però, quando pensi di aver dimostrato tanto, probabilmente vuoi cogliere tutte le occasioni che ti capitano: lottare ai vertici della Premier League lo è, indubbiamente.

E quindi arriva anche la situazione “perfetta” per il Bologna, che può monetizzare il massimo anche con quel 50% fatidico al Basilea, senza il quale forse non lo avremmo mai visto correre sul prato del Dall’Ara. Il momento “perfetto”, invece, è stato per tutti gli interpreti il Bologna della scorsa stagione. Se doveva andare così, possiamo dire che è andata alla grande, per tutti, a quanto pare. Grazie Riccardo.

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