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Bologna e Saputo: un amore hollywoodiano

Anche giovedì, in un clima di festa, c’è stato modo di onorare il presidente di un Bologna da sogno: Joey Saputo è sempre più “bolognese”

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Joey Saputo
Joey Saputo (© Bologna FC 1909)

La storia d’amore tra la città (non solo la squadra) di Bologna e Joey Saputo parte da molto lontano, e ricorda molto la trama di una famosa, recentissima pellicola hollywoodiana. Infatti, così come in Tutti tranne te, i protagonisti venivano da un periodo non idilliaco (i rossoblu militavano in Serie B) e dubitavano che il rapporto potesse funzionare al meglio, con tanto di tentennamenti (ma il pubblico sapeva già come sarebbe finita la storia…). Per Saputo c’è stato il famoso 0-4 contro il Frosinone, ma anche durante gli anni immediatamente precedenti si temeva che i ragazzi di Casteldebole non avrebbero mai fatto il salto di qualità. Dopo qualche tira e molla, però, l’amore di un popolo è il premio più corretto per una guida carismatica, decisa ma sempre rispettosa e, soprattutto, discreta. L’ambiente dentro al Niccolò Galli è il riflesso di chi lo possiede. E Joey è l’uomo giusto.

Il tributo dei tifosi

Così, in relativamente poco tempo, Joey ha creato un Bologna solido, verde e che guarda dritto al futuro, senza troppi passi falsi. Ha scelto di avere attorno gli uomini giusti, tutti i risultati ne sono una conseguenza. E, dall’altro lato dello schermo, c’è una città eternamente grata, che risponde col giusto tributo. Gli oltre 27.000 tifosi giunti al Dall’Ara erano lì quasi unicamente per ringraziare squadra e dirigenza. E Saputo ha portato con sé, per godersi il momento, i parenti più stretti, altro valore solidissimo all’interno della sua carriera. Dietro ad una grande figura, d’altronde si sa, c’è sempre una grande famiglia.

Joey Saputo, Bologna (© Damiano Fiorentini)

Joey Saputo, Bologna (© Damiano Fiorentini per 1000cuorirossoblu)

L’anno che verrà

Il Joey di quest’anno e quello della scorsa stagione hanno avuto la medesima reazione di fronte a due traguardi storici. E chissà se anche il protagonista della nostra storia avrà gridato al deja vu, rivedendosi in mezzo ai suoi giocatori, sul prato verde del Dall’Ara. Stessa gioia, ma con più consapevolezza e, forse, un allenatore in più. Perché l’anno scorso, a quest’ora, i casting erano già iniziati. Oggi, invece, e diremmo tutti “finalmente”, il Bologna è solido, efficace, pungente, consapevole e unito. I primi tre fattori si erano visti lo scorso anno, ma ora il puzzle è completato. Mancava l’ultimo pezzo, ora bisogna cercare la teca. Per il gioco e, si spera, per i trofei che questo ciclo ci riserverà.

Fonte: Corriere di Bologna, Fernando Pellerano

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