Bologna FC
Bologna è una città da Champions League? (Corriere di Bologna)
Il bilancio dopo l’ultima partita casalinga del Bologna in Champions: a livello di organizzazione, cosa è andato bene e cosa meno.
![Stadio Renato Dall'Ara (©Damiano Fiorentini / 1000 Cuori Rossoblù)](https://www.1000cuorirossoblu.it/wp-content/uploads/2024/10/Renato-DallAra-e1730373881944.jpeg)
Martedì si è conclusa l’ultima partita casalinga del Bologna in Champions League. Al termine della gara, vinta dai rossoblù per 2-1, è arrivata la notizia dell’eliminazione aritmetica dalla competizione europea. Una notizia però, che dopo la vittoria contro il Borussia non ha minimamente intristito, perché i rossoblù hanno compiuto una vera e propria impresa. “Anche quando poi saremo stanchi, troveremo il modo per navigare nel buio” recita Poetica di Cremonini, e così il Bologna, anche se sotto di un gol, non ha mollato neanche un istante e in soli due minuti ha messo a segno due reti completando la rimonta.
Lo stadio è stato il dodicesimo uomo in campo, non ha mai smesso di cantare e la coreografia nei distinti ha tenuto testa al “muro giallo” dei tifosi del Dortmund. Al triplice fischio la commozione. È iniziata la festa rossoblù tra abbracci e sventolarsi di bandiere e sciarpe: nessuno voleva andarsene dallo stadio. L’immagine più bella? Federico Ravaglia che, invece di raggiungere i suoi compagni negli spogliatoi, è rimasto sotto la curva Bulgarelli per cantare fino alla fine “L’anno che verrà”.
Bologna in Champions League: Dall’Ara da migliorare
A livello di emozioni, la Champions League è stata per Bologna un qualcosa di indescrivibile e che verrà ricordata dai tifosi per sempre. A livello di organizzazione invece bene anche se, sicuramente, c’è molto da migliorare. Il Dall’Ara, anche grazie ai 10 milioni investiti negli ultimi dieci anni da Saputo, ha retto bene l’urto. Il club ha ricevuto i complimenti della Uefa e delle squadre ospitate per aver esaudito tutte le richieste di spazi garantendo servizi e infrastrutture tecnologiche. La mancanza più grande però, rimane l’assenza di copertura dello Stadio: la primissima partita contro lo Shakhtar è stata giocata sotto il diluvio e non è stato proprio un ottimo biglietto da visita.
![Sam Beukema in azione contro lo Shakhtar](https://www.1000cuorirossoblu.it/wp-content/uploads/2024/10/IMG_5942-1024x683.jpeg)
Sam Beukema in azione contro lo Shakhtar (© Damiano Fiorentini)
Meno affluenza del previsto: avversari con poco appeal e biglietti troppo costosi
L’affluenza, inoltre, è stata più bassa di quello che ci si aspettava. La media di presenza infatti è stata 26.484 che è addirittura inferiore a quella del campionato fissata a quota 26.795. Con tutta probabilità, il motivo sono le squadre avversarie ospitate in casa. Borussia Dortmund a parte, il Bologna ha ospitato avversari con poco appeal e con pochi tifosi al seguito come gli ucraini dello Shakhtar, i francesi del Lille e del Monaco. Un altro fattore che sicuramente non ha aiutato è stato il prezzo dei biglietti che lo stesso Claudio Fenucci ha ammesso essere troppo alto per certi settori, considerati gli avversari.
Le misure drastiche per la partita contro il Borussia Dortmund
Le trasferte sono state forse il capitolo più bello di questa Champions League. I tifosi rossoblù hanno riempito i settori a loro riservati sia in Inghilterra che in Portogallo, con richieste sempre superiori. All’estero i tifosi bolognesi sono stati accolti benissimo e non c’è stata nessuna tensione con le tifoserie avversarie. Sfortunatamente, non si può dire lo stesso di come i tifosi rossoblù hanno accolto gli avversari. Esclusi i tifosi dello Shakhtar, con quelli del Lille e del Monaco gli ultras rossoblù hanno creato tafferugli. Da qui la gestione “rigida” per il match contro il Borussia Dortmund con divieti e restrizioni.
Sulla gestione ci sono stati pareri discordanti. Mattia Santori, assessore al Turismo e agli eventi ha affermato : «Abbiamo agito su input della questura, alla fine è andato tutto bene, forse il pericolo è stato sovrastimato, per noi è un’altra importante esperienza». Ma per molti, la troppa apprensione è stata immotivata. Luca Dondi di Nomisma ha detto: «Un eccesso di risposta per un eccesso di preoccupazione: sembra sempre di essere in emergenza».
Fonte: Corriere di Bologna
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