Bologna FC
Bologna e Vincenzo
Vincenzo Italiano ha raggiunto 21 punti dopo 13 partite effettive, con una ancora da recuperare. Il primo terzo di campionato è andato, acquisendo gli stessi punti, a parità di giornate giocate, della scorsa stagione. E con una squadra senza due top player che la scorsa stagione avevano aiutato a raggiungere la Champions League
In un Forum della Fiorentina in cui ci siamo imbattuti qualche giorno fa, il ricordo di Vincenzo Italiano risulta divisivo come poche altre cose per il popolo viola. Due fazioni nette e contrapposte che vedevano (e vedono ancora), in lui, o un piccolo eroe per le finali raggiunte (e senza una punta di nome e di fatto) o un allenatore di basso profilo. Quest’ultimo pregiudizio, che ha accompagnato il nostro allenatore al di qua dell’Appennino, poteva minare l’equilibrio e le sicurezze di chi si insediava su una panchina appena lasciata da chi aveva condotto la squadra in Champions League.
L’arrivo a Bologna di Vincenzo Italiano
Arrivare a Bologna, nel dopo Motta, era un rischio di cui Vincenzo era conscio. La necessità, almeno per i primi mesi, del dover navigare a vista in quei luoghi, dove il “ricordo” e, di conseguenza, il paragone con chi lo aveva preceduto, era maledettamente forte, sapeva che lo avrebbe accompagnato per diverse partite. Un rischio accettato consapevolmente, anche quello di condurre la squadra in una competizione (la Champions League) a lui sconosciuta: lui l’Europa l’aveva percorsa per ben due volte, ma era un’Europa meno “qualitativa” e la squadra era diversa.
Ieri Vincenzo sorrideva, in sala stampa, pensando non tanto e solo alla vittoria col Venezia, ma a questi primi mesi di iniziazione. Il “pregiudizio” (come d’altronde fu per Motta), arrivato senza che fosse richiesto, aveva, come a Firenze, diviso il tifo, prima ancora che si giocasse o, comunque, solo dopo poche partite. Ma fare questo mestiere vuole dire accettare questo rischio: non si può andare bene a tutti e l’unica via d’uscita e giocare al meglio e provare, col gioco, a vincerle tutte o, almeno, quante più possibili.
Il dopo Bologna-Venezia
“A lasciarmi contentissimo di questa squadra è stata la reazione dopo la doppia sconfitta. Questo Gruppo ha carattere ed è una grande caratteristica che mi auguro resti sempre nelle corde di questa squadra”.
La vittoria contro il Venezia non poteva passare come un “grande” successo, di questo Italiano ne era assolutamente conscio: la caratura modesta dei lagunari non poteva lasciare dubbi. Ma vincere per 3 a 0 toglie qualche dubbio ai “contrarian” e aiuta ad affrontare una settimana complicata, con martedì la Coppa Italia e sabato la Vecchia Signora, a Torino.
Parole dolci per Ndoye (“Sono contentissimo per lui“), una carezza e un buffetto per Dallinga (“E’ entrato bene anche lui, ma dopo l’80’ non abbiamo più affondato i colpi e uno che deve fare gol, come lui, non può permetterselo“). Ma è Odgaard il giocatore più attenzionato dal suo allenatore e i complimenti verso il danese trova tutti concordi (“Voglio elogiare pubblicamente la prestazione di Jens, dopo che mi sono già complimentato con lui negli spogliatoi”).
Le luci al Dall’Ara si spengono, ma si riaccenderanno martedì nel tardo pomeriggio per il Monza, in Coppa Italia: la testa e i pensieri di Vincenzo sono già lì (“Grazie a questa vittoria ci arriviamo nel miglior mod possibile“). Poi la trasferta a Torino, sponda bianconera: ma per questo capitolo, ancora da scrivere, c’è ancora tempo.
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