Bologna FC
Riaccendere la luce? Bologna, chiama i tuoi tecnici
Nella serata di Lecce, si è notata più di tutti l’assenza delle corsie esterne d’attacco: la loro tecnica è necessaria per accendere la luce

Partita ostica, chiusa, difficile. Bravura dell’avversario, come hanno sapientemente sottolineato Vincenzo Italiano e Remo Freuler nel post partita. Il Bologna torna da Lecce con un punto, frutto di uno 0-0 diverso. Il migliore è Skorupski, che nel primo tempo lo mantiene quel risultato. L’attacco, invece, va fuori giri.
Se Santiago Castro e Thijs Dallinga, nel complesso, a loro modo provano a “fare qualcosa” (riprendendo uno striscione sempre presente tra i tifosi), i compagni di reparto in Salento hanno saltato l’appuntamento. E, senza quello che era il regista avanzato, Jens Odgaard, la luce deve venire “dall’esterno“.
Bologna, non attacco spuntato, ma attacco “esternato”
Non è stanchezza. A dirlo è uno che ne ha tutte le facoltà, essendo diventato proprio a Lecce il giocatore con più minutaggio tra i Rossoblù in campionato: Remo Freuler. La prestazione del Bologna in quel del Via del Mare è figlia di una squadra avversaria che ha saputo reggere il confronto e limitarne le potenzialità d’attacco. Più che stanchezza fisica, però, potrebbe essere stata stanchezza mentale? Questo non ci è dato saperlo, anche se la risposta dai diretti interessati sarebbe un secco “no”. C’è, però, appunto, un attacco che non ha risposto alla chiamata, facendosi limitare senza quasi avere reazione. Soprattutto, chi deve innescare il tutto nel gioco di Italiano: gli esterni.
Benjamin Dominguez è stato sostituito dopo un’ora di gioco. L’argentino non si è praticamente visto, se non per un tentativo di incursione andato a vuoto. Dan Ndoye, invece, è rimasto in campo per tutta la partita, e solo in due occasioni è riuscito a creare un grattacapo al terzino avversario. Poco, troppo poco da chi, soprattutto in questi momenti, dovrebbe tirare fuori il Bologna dalle sabbie mobili. Si, perché senza quello che era diventato il fulcro delle azioni d’attacco a 360°, e cioè Jens Odgaard, la qualità deve venire fuori da chi la ha, da chi può accedere la luce in un millisecondo e cambiare tutto: proprio gli esterni.
Un’assenza “giustificata”, ma è ora il momento del bisogno
Non è stanchezza. Lo ripetiamo: se lo dice il “maestro”, noi ci fidiamo. Ma, evidentemente, qualche scoria generale da una partita come quella contro l’Atalanta è anche normale che ci fosse. Nessun dramma, anzi. È, o almeno sarebbe nel caso, completamente fisiologico: soprattutto, appunto, da chi si è speso fino all’ultimo secondo, come Ndoye o Dominguez, subentrato a freddo dopo l’infortunio di Odgaard. C’è da dire che i due, nell’ultimo periodo, sono stati “costretti” agli straordinari: Orsolini è sulla via del rientro, mentre Cambiaghi è sulla via della forma ottimale, e non ci si può aspettare tutto e subito da lui. Ecco perché, ancor di più, sarebbe “giustificato“.
Però, come detto in precedenza, il senso del gioco “alla Italiano” si trova proprio sulle corsie. Da lì, il mister, cerca la qualità. Dagli esterni d’attacco, con il loro estro, sfruttando magari le sovrapposizioni dei terzini (altri “assenti” nella serata di Lecce). Per questo motivo, soprattutto ora, bisogna battere un colpo. Già della sfida di venerdì sera, contro il Torino, bisognerà ritrovare quella brillantezza nel reparto offensivo che tanto ha caratterizzato le ultime settimane, gli ultimi mesi dei Rossoblù. Se la luce si è “bruciata”, il Bologna sa a chi affidarsi: sta a loro rispondere alla chiamata di servizio.
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