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Bologna e l’abbondanza sugli esterni: le scelte che cambiano le partite

Il Bologna ha una batteria d’esterni d’attacco di alto livello, che Vincenzo Italiano sta gestendo alla grande, vedendo i risultati

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Dan Ndoye, protagonista di Bologna-Venezia 3-0 (© Bologna FC 1909)
Dan Ndoye (© Bologna FC 1909)

Parte uno, subentra l’altro. Parte l’altro, subentra un altro ancora. Sono in quattro, anzi cinque, e tutti di alto livello. Chi sono? Gli esterni d’attacco del Bologna. Riccardo Orsolini, Dan Ndoye, Benjamin Dominguez, Nicolò Cambiaghi e, quando si sarà ristabilito, a loro aggiungeremo Estanis Pedrola. Una batteria del tutto invidiabile.

Da loro passa molto del gioco offensivo – e quindi le sorti – del Bologna. Italiano ha saputo, fino a questo momento, sarperli gestire tanto da farli rendere praticamente tutti al massimo, quando li ha avuti a disposizione. Conosce le loro qualità e quando è il momento di buttali nella mischia: i risultati sono dalla sua parte.

Bologna e la concorrenza sugli esterni

Appena sbarcato sotto le Due Torri, Vincenzo Italiano ha presentato quello che sarebbe stato il suo gioco, basato molto sulle sortite degli esterni d’attacco. Ecco perché, in quel di Casteldebole, sbarcano prima Cambiaghi, poi Iling-Junior e Dominguez. Davanti a loro, la coppia Orsolini-Ndoye, e Karlsson. Un abbondanza che, nella sessione invernale e con una Champions in meno, verrà meno, anche in base a ciò che avevano dato fino a quel momento. Via in due (Iling, Karlsson), dentro uno di prospettiva (Pedrola). E l’obiettivo del Bologna era un altro: Matias Soulè. Poco male: la formula perfetta è quella attuale.

Orsolini è andato al di là degli infortuni per ben due volte, dimostrando ancora una volta la sua importanza con i numeri e il rendimento, da vero leader. Ndoye, in questa stagione, sta trovando la via del gol, step fondamentale per un giocatore con le sue caratteristiche. Dominguez è stata l’ennesima scoperta stupefacente targata Giovanni Sartori. Cambiaghi, finito il calvario, ha già inciso in maniera importante, in così poco tempo. Una di quelle concorrenze che fanno bene al Bologna e che portano risultati: basta vedere l’ultimo periodo, tra gol e assist, in quanti di loro ci hanno messo la firma.

L’uomo giusto, al momento giusto

In tutto ciò c’è anche la capacità di Vincenzo Italiano di capire i propri giocatori, anche in base alle partite che si trovano davanti. Chi può partire titolare e chi può cambiarla dalla panchina. In totale serenità, con un gruppo sano (anche se, chiaramente, tutti vorrebbero giocare dall’inizio). Un esempio è proprio Nicolò Cambiaghi, ultra-fattore nelle ultime uscite proprio dalla panchina. O Benja Dominguez, partito ad inizio stagione sempre dalla panchina, per guadagnarsi la propria luce (e la titolarità) a suon di prestazioni. Così come Orsolini e Ndoye, due giocatori di livello assoluto. Insomma, Italiano ha voluto questa “bicicletta”; ma sta dimostrando di saperci pedale sopra alla grande.

Fonte – Claudio Beneforti, Corriere dello Sport – Stadio

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