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Bologna FC: conferenza stampa pre Fiorentina-Bologna. Mihajlović: «Abbiamo fatto degli step in avanti, vorrei arrivare a 52 punti. Europa? Ci proveremo il prossimo anno.»

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Ecco le parole rilasciate da Siniša Mihajlović nella conferenza pre-partita di Fiorentina Bologna:

 

Skov Olsen e Svanberg, sono andati bene contro il Lecce, saranno di nuovo titolari?

«Qualcosa dovremo cambiare per forza di cose. Ancora non ho deciso, c’è un altro allenamento poi deciderò.»

Abbiamo raggiunto il record di punti dell’era Saputo. Qual è il prossimo step per il resto del campionato?

«Voglio ringraziare staff e squadra. È il secondo anno di fila che raggiungiamo l’obiettivo. Quest’anno l’obiettivo era fare più punti della scorsa stagione ed abbiamo altre due partite per migliorare ulteriormente lo score. I ragazzi hanno iniziato a capire differenza tra lottare per salvezza o per Europa, è uno step mentale più che fisico. Bisognerà soffrire meno emotivamente quando andiamo in difficoltà. Per la fine di questo campionato vorrei arrivare a 52 punti.»

Prossime due partite contro Fiorentina e Torino, due piazze importanti per la sua carriera. Ha qualche ricordo di quelle esperienze?

«Molto bene con Torino come tifoseria, a Firenze mi fischiavano anche se vincevamo, non ho un bel ricordo e mi dispiace. A Torino sono stato bene con tutti, mi è dispiaciuto quando mi hanno mandato via, ma fa parte del calcio.»

Manca Palacio, squalificato. Una chance per Barrow centravanti, o Santander dal primo minuto?

«Vediamo domani. Sono due opzioni, magari le uso entrambe, la notte mi porterà consiglio. Manca tanto alla partita, entrambi avrebbero senso.»

 

Fiorentina-Bologna significa anche sfida tra Federico Chiesa e Riccardo Orsolini

«Chiesa sta un po’ più avanti come posizione in campo, Riccardo è un giocatore importante per noi e lo sarà anche per la Nazionale, dove Chiesa è leggermente favorito nelle gerarchie. Sarà un bel duello se giocheranno entrambi.»

Cosa vuole vedere dai giocatori in campo? Conta più ciò che vede in allenamento o in partita?

«Entrambi, non arrivi alla partita se non mostri l’atteggiamento in allenamento. In partita devi mettere in azione quello che facciamo in settimana. Non siamo a pettinare le bambole. Non bisogna sbagliare atteggiamento, nonostante gli alti e i bassi nelle singole partite. I miei giocatori sanno che bisogna sempre dare il massimo.»

Quale giocatore ha fatto un percorso di crescita più funzionale al suo metodo di allenamento?

«A Bologna, ma in generale nelle piazze dove ho allenato, io e il mio staff abbiamo sempre cercato di valorizzare i giocatori. Tomiyasu, Schouten e Svanberg, Dominguez, Orsolini, Barrow e Soriano sono migliorati e stanno facendo bene, lo stesso Sansone anche se è un po’ in difficoltà. Tutti sanno che devono assomigliarmi caratterialmente. Se uno è tranquillo anche se non sarà come me, può certamente migliorare. Quasi tutti hanno acquisito questa mentalità. Anche contro il Lecce non abbiamo mollato e alla fine abbiamo vinto. Merito del carattere e di quello che abbiamo trasmesso ai ragazzi.»

Al fine della crescita della squadra, quanto è importante essere nella colonna sinistra della classifica?

«Più che la classifica finale guardiamo al percorso e alla continuità durante tutto l’arco dell’anno. Non abbiamo mai rischiato di essere in basso in classifica, come negli ultimi anni. C’è stato un bel salto. Nonostante la mia assenza di 5 mesi i ragazzi e lo staff sono riusciti a mantenere una linea, restando sempre in una buona posizione in classifica. Mancano due partite, vedremo, non importa troppo il posizionamento. Certo si poteva fare meglio, ma poteva anche andare peggio. Alla fine faremo i conti.»

Che valore ha la sua cittadinanza onoraria? Le dispiace che non ci sia stata unanimità?

«Per me è un grande onore, voglio ringraziare la città e il Consiglio Comunale. Essere cittadino onorario in due città vuol dire che oltre nel calcio ho fatto qualcosa di buono anche nella vita. Sono onorato di ricevere la cittadinanza in una nazione che non è la mia. Mi dispiace per i tre voti contrari, li vorrei al mio tavolo alla cerimonia, così magari parliamo. La politica non c’entra nulla, se facessi il politico lo farei in Serbia. Anche Bonaccini, che non conosco, ha sempre parlato bene di me. Io guardo la persona non il politico.»

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