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Bologna FC – Sinisa è pronto per il suo primo “vero” ritiro estivo

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Sinisa Mihajlovic è pronto per la sua stagione più importante da quando è a Bologna: quella del passo in avanti e del potenziale salto di qualità. Quest’anno si prepara per il suo primo ritiro in presenza: dove potrà “stare addosso” costantemente ai suoi giocatori, come la sua indole richiede di fare. Il primo anno, subentrato ad Inzaghi, Mihajlovic ha segnato la svolta con una cavalcata salvezza incredibile, ma poi ha dovuto fare i conti con la malattia. Una spietata e crudele malattia che lo ha tenuto lontano dai campi per vari mesi. Mentre la scorsa stagione fu il Covid a fermarlo. Ora il tecnico potrà seguire da vicino i giocatori sin dal “giorno zero”.

Tra malattia e Covid. Dopo anni di fatiche Sinisa sta bene, le sue condizioni di salute sono nettamente migliorate dopo il trapianto e il ciclo di cure al quale si è sottoposto. Ma sa che non deve mai abbassare la guardia a corredo di uno stile di vita che lo aiuti a proteggersi. Ad agosto 2020, fu il Covid a spaventarlo: si accorse di essere stato contagiato dal coronavirus dopo una vacanza trascorsa in Sardegna, che fece ampiamente discutere. Sua moglie Arianna intervenne con un post pubblico: “Non giudicate, siamo tutti peccatori”. Superò anche quello e sbottò: “Invidia e fango, non prendo lezioni da nessuno”. Ma quando ripercorre a ritroso tutte le sensazioni, emozioni, episodi, volti e parole che lo hanno accompagnato in un periodo durissimo della vita, gli vengono i brividi. Il carattere burbero di Sinisa è ormai cosa nota a tutti, ma forse è proprio questa sua trasparenza e questo suo essere vero in fondo che lo rende unico nel suo genere. Una persona apprezzata dentro e fuori dal campo.

Non può fare a meno di pensare che, carattere a parte, la fortuna è stata sua amica. Perché la vita è così: non chiede il permesso. Nessuno fa toc-toc alla porta per sapere se va tutto bene e Mihajlovic, di questo, ne porta ancora i segni addosso. Ha avuto la sua buona occasione per rinascere due volte e la colta al volo. Non chiamatelo eroe. Lo ripete a chi vede nella sua lotta per la vita, una resistenza epica, da guerriero. Ma Sinisa rifiuta questa etichetta. “La verità è che non sono un eroe. Chi non ce la fa non è certo un perdente. Si tratta di una maledetta malattia. L’unica cosa che si può fare è non perdere la voglia di vivere: ora mi godo ogni momento, prima davo tutto per scontato”.

Il ritiro. Di certo è che dopo due anni di fatiche, Sinisa può partire da zero. Si sa, una preparazione fatta come si deve può incidere su gran parte della stagione e di sicuro non darà per scontato questa cosa. Sinisa vuole lavorare sulla mentalità dei giocatori quest’estate. Più volte si è lamentato dell’atteggiamento passivo in campo della squadra e più volte è parso deluso ai microfoni dei post-partita, per una mancata propensione alla guerra, calcisticamente parlando, che caratterizza le sue squadre.

Nella scorsa stagione il Bologna ha offerto grandi prove con le squadre della sua fascia, mentre contro le big ha sempre deluso le aspettative. Sul piano del gioco si può sempre migliorare, ma la società dovrà dare una mano a mister Sinisa, che da oggi si sentirà sempre più uomo e condottiero di una tribù, che ha una fede di colore rossoblù e che crede deve iniziare a credere nel sogno Europa.

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