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Bologna “House of Cinni”: quando il vivaio mette la freccia

La cantera rossoblù, la nostra House of Cinni, inizia a rilasciare nuovi elementi su cui la prima squadra e la Nazionale possono contare.

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House of Cinni Federico Ravaglia in Roma-Bologna (© Damiano Fiorentini)
House of Cinni Federico Ravaglia in Roma-Bologna (© Damiano Fiorentini)

Ieri 90 minuti contro la Francia, 3 minuti contro l’Austria e 55minuti contro l’Olanda nella partita inaugurale: in sintesi questo l’Europeo di Kacper Urbanski, 20 anni a settembre. Chi è Urbanski? Kacper è uno degli elementi della House of Cinni di Casteldebole, vivaio che, dopo anni, ha iniziato a produrre buoni elementi, che stanno a poco a poco sbocciando fra prima squadra e Nazionali.

Kacper arriva a Bologna nel 2021 come centrocampista dai piedi educati. Svolge la trafila nelle giovanili rossoblù, rinnova il contratto lo scorso luglio, e, nella passata stagione, diventa uno dei giocatori su cui Motta inizia a puntare.  Gioca una ventina di partite, fra titolare e subentrante, utilizzato anche come esterno alto di sinistra, lui che esterno alto non è. E ieri, a neanche vent’anni, ha giocato da titolare di fianco a sua maestà Lewandoski, la sua terza partita del suo primo Europeo.

House of Cinni non è solo Urbanski

E se Urbanski ha quasi quattro anni di cittadinanza casteldeboliana, ci sono giocatori che sono cresciuti al Centro Tecnico del Bologna, perchè figli della città metropolitana delle due torri. In ordine Federico “Chicco” Ravaglia e Tommaso Corazza. Chicco è dal 2016 che lo si può incontrare fra i corridoi di Casteldebole, anche lui portiere di molte giovanili rossoblù e poi un lungo peregrinare.

Sudtitol, Gubbio, Frosinone e Reggina le piazze in cui ha difeso i pali in questi anni: gioca bene ma, a fine stagione, torna sempre a casa, come l’estate scorsa. Poi la metamorfosi, la fiducia del tecnico e questo ragazzone di quasi due metri gioca 8 partite (6 in campionato e 2 in Coppa), togliendosi lo sfizio di parare due rigori. Federico rinasce e oggi è un numero due che aspira ad essere (e ne ha le carte) per essere un buon numero uno. Il resto lo capirà da solo.

Tommaso si è fatto da solo

Ma dopo Kacper e Chicco, questa appena passata è stata anche la stagione di Tommaso Corazza. Un 2004, figlio di Daniele (ma il nepotismo qui non c’entra),  che varca addirittura nel 2009, per la prima volta, i cancelli del Centro Tecnico rossoblù. Da allora Tommaso è cresciuto, cresciuto, fino ad esordire in prima squadra e bollando il suo primo gol in Coppa Italia, sotto la sua curva, la Bugarelli, lo scorso agosto.

Ma l’elenco potrebbe allungarsi

Kacper, Federico e Tommaso adesso possono sognare in grande: arriva la Champions League a Bologna. Ma loro non sono da soli e l’elenco è destinato ad allungarsi: Ebone Tommaso, 29 partite disputate in Primavera con 11 gol e Wisdom Amey, capitano della Primavera, con un esordio in Serie A a 15 anni e nove mesi. Tommaso e Wisdom sono già nel giro dell’U19 di Mister Corradi, come Castaldo Francesco, un Under17 di cui sentiremo presto parlare.

Ci fermiamo qui, ma ci sarebbe ancora tanto da dire sul nostro settore giovanile, che sta ricominciando a produrre giocatori “di cui andare fieri”.

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