Bologna FC
Bologna, Vincenzo Italiano e il Verona: uno sguardo al passato, per uno scatto verso il futuro
Bologna-Verona sarà la partita di Vincenzo Italiano, per il suo passato da calciatore: ora però conta solo il futuro, quello Rossoblù
Se oggi dici Vincenzo Italiano, pensi subito al Bologna. E il merito è tutto suo: l’identità che l’attuale mister Rossoblù da alle proprie squadre, rende subito riconoscibile il binomio. Questo è il Vincenzo Italiano allenatore, però. Se qualche anno fa ripetevi lo stesso nome, la prima squadra che saltava alla mente era il Verona, dove il nativo di Karlsruhe ha passato la maggior parte della carriera da calciatore.
Lunedì sera ci sarà un nuovo incrocio tra l’attuale mister del Bologna, proprio con i Rossoblù, e il suo passato: sarà una di quelle partite – un po’ come tutto l’ultimo periodo dei felsinei – dove Italiano e i suoi ragazzi dovranno essere abili a mantenere il passo, e proprio l’allenatore dovrà essere abile a giostrare il tutto, proprio come faceva da calciatore.
Vincenzo Italiano, tutto passa dal centrocampo
Non potrebbe essere d’altronde, viene da dire. È una storia di intrecci per Vincenzo Italiano, ogni volta che incontra il Verona. Con la maglia gialloblù ha disputato 260 partite, più che con ogni altra squadra della sua carriera. Dieci anni all’Hellas: ruolo? Centrocampista. Come dice lui, non con il vizio del gol. Ma Italiano, da giocatore, dimostrava di avere la stessa intelligenza che ha oggi da allenatore, e non è di certo un caso. Si, perché così come ai tempi dirigeva la squadra tra le linee – e più di un suo ex compagno di squadra giura che proprio da quei momenti si capiva che avrebbe fatto l’allenatore – oggi la maggior parte delle sue fortune passa proprio per il centrocampo.
Per il modo di difendere delle sue squadre – alto, molto, e lo sappiamo tutti – è fondamentale avere un centrocampo che dia equilibrio. L’abbiamo visto proprio qui a Bologna: oltre all’intoccabile Remo Freuler, il simbolo dell’equilibrio per eccellenza, Italiano ci ha messo un po’ a trovare la formula giusta per far girare la squadra. Moro, Aebischer, Fabbian, Urbanski: tutti hanno girato, ma nessuno si era imposto. Sembra avercela fatta Pobega, ora, insieme al ritorno di Ferguson – e la sua importanza la si deduce proprio da questo – e a un Odgaard “tuttofare”. Un centrocampo totale, proprio come ci si immaginava il Vincenzo giocatore: un po’ ovunque.
Bologna-Verona, tra passato e futuro
Sicuramente quella contro il Verona sarà sempre una partita speciale per Vincenzo Italiano. Ma proprio contro il Verona, con il suo Bologna, deve lasciare il passato completamente alle spalle, per continuare a guardare al futuro. Si, perché il Bologna è al settimo posto, in piena corsa per l’Europa, ma questo, per tutti, è un po’ il periodo spartiacque. Il Bologna sa di non dover commettere passi falsi, e lo sa perfettamente anche Italiano. Il passato non è solo quello del mister, ma è anche quello del Bologna, legato proprio al suo attuale condottiero: una vittoria, lunedì, porterebbe quei paragoni che poco gli fanno piacere, a spegnersi un pochino di più.
E quindi c’è solo da guardare al futuro. Per Vincenzo, un allenatore che non dimentica il suo passato da calciatore, e che ora non vede l’ora soltanto di togliersi più soddisfazioni possibili sotto le Due Torri. Per il Bologna, una squadra che ormai al passato non ci pensa più, né quello recente e nemmeno quello “meno recente”. Lo sguardo è rivolto sempre verso l’alto, in una classifica che ogni giornata potrebbe cambiare, ma che tutti vorrebbe lo facesse, appunto, verso l’alto: verso il futuro.
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