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Ora un Bologna…Italiano, ma vietato smettere di crederci (Il Resto del Carlino)

Il Bologna abbandona le speraze in Champions, ma deve continuare a correre in campionato per trovare nuovo spazio in Europa

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Orsolini aston villa bologna
Riccardo Orsolini (©Bologna FC 1909)

Partecipare è bello, certo, a maggior ragione dato che l’ultima Champions League a Bologna risaliva a diversi decenni fa. C’è una linea, e nemmeno troppo sottile, però, tra il partecipare e il competere. Proprio questo è mancato al Bologna: la capacità di competere con quelle che, sulla carta, erano le concorrenti per staccare il pass per la seconda fase.

Bologna in  Champions: speranze e difficoltà

C’è ancora un lumicino, un 2% di possibilità che permette al Bologna di provare perlomeno ancora a giocarsela per il passaggio del turno. 1 punto in 5 partite è oggettivamente troppo poco, però, per permettersi anche solo di crederci per un momento. Le prossime clienti saranno Benfica e Sporting, alle quali si aggiunge una squadra come il Borussia Dortmund. Si può fare un miracolo? Mai dire mai, ma le premesse non lasciano certamente tante porte aperte.

Certo, il primo gol in Champions del Bologna è stato una grande gioia, in primis per Lucumi, difensore e non attaccante, quindi uno di quelli che la gioia del gol l’assaggia di meno durante l’anno, ma soprattutto per il Dall’Ara, che ha avuto per qualche minuto l’impressione che quella gara si potesse provare anche a vincerla. Anche un pareggio sarebbe andato bene, anche se più stretto, ma sappiamo tutti come è finita. Il Bologna non segnava in Champions da 60 anni: l’ultimo porta la firma di Harald Nielsen il 7 ottobre del ’64 ai danni dell’Anderlecht.

Jhon Lucumì, primo gol in Champions League (© Bologna FC 1909)

Jhon Lucumì (© Bologna FC 1909)

Oggi: il Bologna era effettivamente non all’altezza?

Si è effettivamente resa materia l’ombra che aleggiava sul mercato di quest’estate: questo Bologna non era pronto. O perlomeno: non aveva e non ha le carte in regola per competere anche in Europa. Sembra che l’assemblamento della squadra sia stato fatto solo nell’ottica del campionato italiano. Certo, lo slogan era “Godiamocela“, ma è anche vero che dopo tutta la fatica fatta per arrivare lì lo scorso anno, qualcosa in più si sarebbe dovuto fare. E no, ovviamente non si aspettava nessuno che il Bologna diventasse campione europeo, ma perlomeno che avrebbe provato a passare il turno concretamente.

Al Bologna va dato il merito di aver sempre trovato le forze di scendere in campo ogni 3 giorni con fame e caparbia, non abbassando i propri ritmi nel campionato italiano per far spazio a quello europeo. Il fatto che però, inevitabilmente, il tour de force che ha coinvolto il Bologna abbia sfiancato la squadra è evidente. Vincenzo Italiano è stato catapultato in una dimensione veramente complessa, alle prese con un popolo giustamente con tante aspettative e con una squadra che, effettivamente, più di così non poteva chiedere a sé stessa. Le notti magiche contro Liverpool e Aston Villa, storie che qualcuno racconterà, perché c’era, ai propri figli. Il tutto poi senza avere nel roster alcuni dei profili che maggiormente hanno contribuito alla conquista della Champions, come Zirkzee e Calafiori. E se come goleador è arrivato Dallinga, è evidente che difficilmente le castagne si sarebbero cotte da sole.

Thjis Dallinga (© Bologna FC 1909)

Thjis Dallinga (© Bologna FC 1909)

Prossime strade

Guardando il bicchiere mezzo pieno, il Bologna avrà la possibilità di investire tutte le proprie energie tra campionato e Coppa Italia. La stagione italiana è stata in crescita, con solo due brusche frenate contro Napoli e, più fresca, contro la Lazio. Ora si viaggia sull’ottavo posto, ma l’intenzione è quella di continuare a mettere punti in saccoccia per stabilizzarsi sul lato giusto del tabellone. E sognare, chissà, un’altra qualificazione in Europa, ma questa è una storia il cui filo andrà riavvolto più avanti.

Venezia, quindi, domani sera al Dall’Ara. Poi la Coppa Italia il 3 dicembre, peraltro contro una di quelle squadre contro le quali il Bologna ha già vinto: il Monza. Un’altra strada per l’Europa. Ma ora serve pazienza, perché il Bologna lo sa bene: per confermarsi bisognerà solo lavorare, lavorare e lavorare.

Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino

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