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Bologna: linea chiara e bilancio verde (Più Stadio)

Marco Di Vaio e Giovanni Sartori non hanno voluto discostarsi dalle linee guida che hanno sancito il modus operandi del Bologna nel calciomercato: linea verde e attenzione ai costi.

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Marco Di Vaio e Claudio Fenucci in attesa di Italiano
Marco Di Vaio e Claudio Fenucci in attesa di Italiano

Siamo giunti a settembre, alla fine del calciomercato, alla fine delle fatiche di Marco Di Vaio e Giovanni Sartori. Le telenovele che hanno tenuto il fiato dei tifosi sospeso sono finalmente finite, ed ora è tempo di bilanci. Che, di certo, per il Bologna sono verdi. E verranno illustrati, assieme al mercato, da Fenucci al popolo rossoblu. Non saranno scuse, ma un modo di accentrare il popolo bolognese verso il cuore di Casteldebole.

La dirigenza ha infatti deciso di seguire la linea storica del club, sperando di poter lottare per il settimo posto che vuol dire Conference League anche grazie a qualche scivolone dai piani superiori.

La linea rossoblu di Di Vaio e Sartori

Proprio per la fedeltà al piano di mercato del Bologna, Fenucci, Sartori, Di Vaio e Saputo hanno concordato di non puntare sulle superstar tanto attese dalla piazza. Strapagare qualche giocatore avrebbe appesantito il bilancio e, per l’ingaggio, creato del malcontento in squadra. E così la scelta è ricaduta su profili che hanno già giocato in Europa, ma ancora molto giovani. Casale, Iling, Pobega, Miranda e Dallinga sono gli esempi più eclatanti.

Il grande nome fallito

Ad ogni modo, la dirigenza ha trattato con nomi più blasonati. Hummels ha rifiutato dopo aver trovato l’accordo economico ed il duo Bijol – Vitik costava troppo. Anche altri profili trattati da Di Vaio e Sartori sono stati scartati per richieste d’ingaggio troppo elevate per lo spogliatoio. Poco male, la società ha rimesso i piedi per terra ed ha capito la linea da seguire, per un futuro più sostenibile. Contando anche che il budget era un quarto di quello delle big, la scelta suona scontata.

Tesoretto Champions: tra bonus e Castro

Infine, la polemica sul tesoretto di 32 milioni procurato dalla Champions è stata chiarita dalla società. 10 milioni sono stati il premio per i tesserati, 10 sono serviti per l’aumento degli stipendi e 12 per pagare Castro. Il Bologna, insomma, ha pareggiato il tesoretto, ha mantenuto il bilancio verde ed ha seguito la sua storica linea. Scelta azzeccata o meno, solo il tempo lo dirà.

(Fonte – Più Stadio, Claudio Beneforti)

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1 Commento

1 Commento

  1. Sirio Benvenuti

    4 Settembre 2024 at 13:57

    Approvo al 100% l’operato del BFC, anche quest’anno ci divertiremo, nonostante l’incerto avvio.

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