Bologna FC
Bologna, non solo Sinisa: la salvezza è anche dei giocatori
Mihajlovic è stato il principale e il più importante artefice di questa salvezza, ma forse si è parlato troppo poco dei giocatori. Sinisa in ogni sua conferenza, quando si parlava di meriti, ha sempre spostato l’attenzione sui suoi ragazzi, affermando nel post Lazio–Bologna che i meriti sono tutti loro.
Non è vero: il tecnico serbo ha aiutato una squadra morta che non seguiva più Inzaghi a raggiungere un obiettivo insperato per come si era messa la situazione, ma allo stesso tempo sono stati i giocatori bravi a trasformarsi in spugne e assorbire fin dal primo momento le idee e i principi di gioco di Mihajlovic.
Poli e Dzemaili sono tornati i due leader che ci aspettavamo non solo per merito dell’allenatore: hanno tirato fuori tutta la loro personalità e l’esperienza che serviva al Bologna. Skorupski, nonostante qualche uscita a vuoto (nel vero senso del termine) ha risposto presente in molte occasioni; Danilo e Lyanco si sono trovati benissimo parlando la stessa lingua…calcistica e Mitchell Dijks è finalmente esploso, dimostrandosi probabilmente uno dei terzini sinistri più interessanti dell’intero campionato. Sulla destra anche Mbaye ha dato certezze al pacchetto arretrato, mentre da sottolineare c’è anche la grande, grandissima professionalità di un Calabresi che si è sempre fatto trovare pronto, nonostante abbia visto il campo in pochissime occasioni con l’arrivo di Sinisa.
Si è trasformato in terzino anche Krejci, che sì, è stato aiutato e guidato da Mihajlovic, ma allo stesso tempo è stato capace di adattarsi in una posizione nuova per lui, con una determinazione e una professionalità ineccepibile.
Abbiamo parlato dei due capitani Poli e Dzemaili, ma il vero regista – che non è un ruolo, ma un compito – è stato Erick Pulgar. Il cileno ha preso in mano le chiavi del centrocampo, ha messo in cantina il bruttissimo girone di andata ed è salito in cattedra. Per valutare la stagione di Pulgar non bisogna guardare solo i rigori segnati – importanti, per carità – ma l’essenzialità di Erick è nel gioco, sia in fase difensiva, che in quella offensiva. Sempre tra i migliori, pochissimi palloni sbagliati, tantissime palle in verticale, spesso nella posizione corretta a schermare la retroguardia e freddissimo dagli 11 metri. Una seconda metà della stagione perfetta, per meriti di Mihajlovic, ma soprattutto per meriti suoi. È stato capace di prendersi la squadra sulle spalle quando non era affatto scontato, e questo va messo in luce considerando la giovane età.
Edera, tra i rinforzi di gennaio, è stato quello che ha reso meno, anche per qualche problema fisico di troppo; tutt’altro discorso vale invece per Soriano e Sansone che, ripartendo da una realtà nuova, hanno fatto vedere le ottime cose viste in Spagna e nelle stagioni precedenti in Italia. Soriano, che verrà riscattato con ogni probabilità dal Torino, non ha sempre giocato partite perfette, ma in ogni sfida si sentiva la sua qualità e l’intelligenza calcistica che possiede. Sansone, invece, ha fatto fatica a rendersi decisivo in zona gol, ma non è un caso che Mihajlovic lo abbia messo sempre in campo dall’inizio quando stava bene.
Orsolini? Forse Riccardo è stato quello più penalizzato dal 3-5-2 di Inzaghi, il qualche lo aveva provato e riprovato come mezz’ala. Esperimento non riuscito nonostante l’impegno ineccepibile del numero 7. Da esterno ha reso tanto, considerando gli 8 gol e i 5 assist messi a segno, e per il futuro bisognerà fare i conti con la Juventus, che potrebbe utilizzare Orso come merce di scambio per arrivare a giocatori come Chiesa o Milinkovic Savic. C’è un dato impressionante che riguardo l’ascolano: tra i giocatori che hanno preso parte attiva ad almeno 9 reti nei top-5 campionati europei dall’inizio di marzo, solo Mbappé è più giovane di Orsolini (dati Opta).
Santander ha aperto la rincorsa targata Mihajlovic con lo stacco imperioso in casa dell’Inter, poi ha fatto fatica ad incidere, nonostante la sua grande generosità; mentre Mattia Destro – fermato spesso da infortuni e da una condizione fisica mai perfetta – è stato capace di segnare un gol ogni 121 minuti, facendo peggio solo di Kean (ogni 74’) e Quagliarella (ogni 120) tra i giocatori con almeno due reti.
Infine Il Trenza, vincitore del Premio 1000 Cuori Rossoblù come miglior giocatore per la stagione 2018/2019. Palacio ha ancora una volta trascinato il Bologna, con il match contro il Torino a fare da copertina. Mazzarri nel post match aveva dichiarato che “sembrava Maradona”, e dare torto al tecnico granata dopo quella sfida era davvero difficile.
“Ho un gruppo meraviglioso, fatto di grandi uomini e ottimi calciatori” ha dichiarato Mihajlovic a salvezza conquistata. Non essere d’accordo è impossibile dopo la splendida cavalcata che ha tolto gli incubi ai bolognesi.
Ora bisognerà ripartire, si spera con Sinisa in panchina. Il serbo è il valore aggiunto, non l’unico protagonista.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook