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Bologna – Roma, L’Uomo della Domenica: Federico Santander (e il coraggio di Inzaghi)
È bastato un lampo: 90 minuti giocati con la giusta intensità, creando palle gol e azioni pericolose, per portarsi a casa una vittoria che serviva a dismisura.
Già dall’annuncio delle formazioni il commento più in voga era Inzaghi è proprio in confusione. A fine partita tutti zitti, la lezione del “parlare a bocce ferme” a quanto pare non vale per tutti. Che poi si nascondono dietro inutili giustificazioni.
La partita ieri l’ha vinta Filippo Inzaghi che si è messo in mostra per il coraggio nelle scelte scegliendo l’11 titolare in modo quasi inaspettato: giù Dijks, uno dei migliori visti fin qui, per lasciare spazio a Ladislav Krejci, dandogli finalmente un’occasione. Dietro ha trovato spazio Arturo Calabresi mentre in mediana Mattias Svanberg ha avuto la meglio sul musone Poli, ufficialmente fuori per un risentimento al polpaccio. Chissà …
L’uomo della domenica non può che essere, però, Federico Santander: il paraguaiano, che fin qui era stato apprezzato solo per tanta voglia e determinazione, ieri ha fatto crollare lo stadio a forza di decibel dopo aver segnato il suo primo gol in rossoblù. Palla conquistata a centrocampo, data in consegna ai compagni e poi via, verso l’area romanista dove, in un attimo, si è ritrovato davanti a sé il suo ex compagno di squadra Olsen e la sfera tra i piedi: sinistro e gol. Pubblico impazzito.
L’idolo della curva ha segnato davanti ad essa, ha lasciato che i suoi compagni lo travolgessero, ha sentito urlare il suo nome più e più volte. Ieri Santander si è preso un pezzo di Bologna.
Ma non solo Lui dietro la buona vittoria dei rossoblù; Skorupski non ha fatto passare nulla dalle sue parti, Calabresi, cuore romano, ha ringhiato su Perotti, Svanberg ha tagliato più e più volte a metà il centrocampo giallorosso, mandando in affanno Cristante e De Rossi, Nagy ha giocato come dovrebbe sempre fare, se c’è fiducia, mentre Krejci ha stupito tutti, confermandosi un giocatore utile alla causa.
Mi sembra doveroso, però, aprire una parentesi su Poli: ieri era out per un risentimento al polpaccio, ma già nelle scorse partite, quando veniva sostituito, sbuffare e lamentarsi erano le cose che gli venivano meglio. Inzaghi non è tipo da farsi mettere i piedi in testa facilmente ma anzi, reputa la panchina il rimedio più sano e costruttivo. Soprattutto perché una mezzala come Poli, tecnicamente non eccelsa, ora rischia di stare per un po’ seduto in panchina. E non me ne dispiaccio.
L’uomo della domenica: Federico Santander (e il coraggio di Inzaghi)
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