Bologna FC
Bologna: la forza del lupo è nel branco (Stadio)
A Bologna resterà il cuore della squadra: non ci sono dubbi. Inizia il prossimo passo per diventare una big

Hickey, Tomiyasu, Theate, Zirkzee, Calafiori, Schouten, Svanberg. Sono solo alcuni esempi, anche se si potrebbe andare avanti all’infinito, di un Bologna che ormai non c’è più. E non si parla solo della situazione in classifica, ma di attitudine: i rossoblu non venderanno le proprie stelle durante la prossima sessione di calciomercato.
Squadra che vince non si cambia
Un profeta del calcio, l’amatissimo Boskov, pronunciò delle parole che sono passate alla storia del calcio italiano. “Squadra che vince non si cambia” è diventato un detto al di là dei rettangoli di gioco, quasi proverbiale. E, se è vero che l’ex tecnico blucerchiato si riferiva solamente ai titolari, a Bologna di questi tempi si può ampliare il discorso. Non si vince solo grazie a undici uomini, questo il calcio moderno lo evidenzia sempre più chiaramente. Dal sacro avvento dei cinque cambi, poi, gli uomini in campo sono saliti da 11 + 3 a 16, fino agli eventuali 17 in caso di sospetto trauma cranico. Insomma, il calcio si allarga, le rose pure e il Bologna, nella sua parabola esistenziale, ne è testimone.
Lo dice sempre anche Italiano: la forza dei rossoblu è il gruppo. Una clausula che ricorda molto Kypling e il suo “La forza del lupo è il branco e la forza del branco è il lupo”. Ecco allora che si chiude il cerchio: il “branco” che ha successo ripeterà la caccia sempre allo stesso modo. E non conta solamente chi azzanna la vittima: c’è tantissimo lavoro dietro che va considerato. Questo è il bello dello sport di squadra.
Il Bologna, la Champions e le offerte
Attenzione, però, a non vivere nel mondo delle favole. Perché è inevitabile che, come Jadis offre dei dolci magici ad Edmund in Il leone, la strega e l’armadio, primo capitolo della saga de Le Cronache di Narnia, arriveranno anche a Bologna tranelli del genere, sotto forma di generosissime offerte per qualche interprete. Tutto il discorso intavolato in precedenza non vuol dire che nessun rossoblu verrà ceduto, sia chiaro. A certi prezzi, se dovessero arrivare, è difficile dire di no (e neanche Edmund stesso ci riesce). Una certezza resta: i cartellini rossoblu non verranno svenduti e, Champions e volontà individuali permettendo, il cuore della squadra resterà a Casteldebole. D’altronde, se c’è qualcosa che lo scorso mercato ci ha insegnato, è che conta il branco, non il singolo. E questo branco è unitissimo, numeroso e talentuoso. Diamo il via all’ultima caccia.
Fonte: Stadio, Claudio Beneforti
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