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Bologna, su la testa: prestazioni agli antipodi, esiste la “terra di mezzo”, serve equilibrio

Qual è il vero Bologna, in molti si chiedono: non può essere quello di Napoli, ma è quello della prima giornata? Serve equilibrio, in tutti i sensi

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Vincenzo Italiano, Bologna (© Damiano Fiorentini)

È già finito tutto? Assolutamente no. Dopo un 3-0, le sensazioni sono le stesse: Napoli come Udine lo scorso anno. Stagioni diverse, ma stesse preoccupazioni. No, ci sono delle motivazioni dietro alla sconfitta del Bologna, nessun allarme. Forse una sveglia, una di quelle “fastidiose”, ma che poi alla fine funzionano, come quando ci si alza al mattino. Questa è l’aspettativa di tutto l’ambiente, sia interno e sia esterno, e la motivazione è semplice: nessuno crede che il Bologna sia quello di domenica sera.

Bologna, in una settimana dalle stelle alle stalle

I dubbi del pre-campionato, tra risultati delle amichevoli non esaltanti e un mercato più complicato del previsto, sembravano essere stati spazzati via come polvere alla prima uscita del campionato. Il Bologna visto contro l’Udinese sembrava non essersi mai fermato: dominio del gioco, anche se con principi diversi; grandi occasioni dal gol, non sfruttate a dovere; una fase difensiva quasi mai in sofferenza.

L’amaro in bocca rimaneva per aver collezionato un solo punto dopo una prestazione del genere, ma le sicurezze, nell’ambiente, compensavano. Ma poi è arrivata Napoli. Per lunghi tratti, la formazione vista la settimana dopo non sembrava nemmeno parente di quella scesa in campo al Dall’Ara: sterile, sin da subito in difficoltà dietro, rarissimi guizzi. E non è questione di avversari: questo Napoli veniva da uno 0-3 contro il Verona, ed era in cerca anch’esso di sicurezze.

Difficile spiegare un tale cambiamento. Se quello del Maradona era il primo vero test del nuovo Bologna di Italiano, forse non è stato nemmeno rimandato a settembre. Ma la realtà impone di analizzare il complesso, e il Bologna non è certamente la squadra vista al Maradona, anzi.

La parola d’ordine è equilibrio

Difficile chiedere al Bologna di essere sempre la squadra a tratti dominante vista contro l’Udinese. Anche il bellissimo Bologna di Thiago Motta visto nella scorsa stagione ha avuto qualche calo di prestazione, vedi proprio la trasferta di Udine. E lì parlavamo di una squadra già rodata, che il tecnico conosceva a menadito. Qui, invece, parliamo di una squadra che, per quando sia avanti con il lavoro, è ancora a pieno nel percorso.

Il Bologna visto domenica sera mancava di equilibrio: è una frase fatta, ma è anche la verità. La prima occasione il Napoli l’ha avuta dopo soli 50 secondi dal fischio d’inizio, con subito un primo “buco”. I Rossoblù necessitano di sfruttare ogni singolo momento per lavorare e affinare i meccanismi, che devono ancora essere oliati alla perfezione, come è normale che sia.

Ma la via di mezzo è rappresentata dal saper anche soffrire, in partite come quella di domenica. Non farsi trascinare dagli eventi, perché le gare si possono portare a casa anche in maniera diversa dal solo dominio. Per farlo però, serve equilibrio. Meglio, al Bologna serve un totale equilibrio. Non solo in campo, ma anche fuori.

Si attende la fine del calciomercato, per chiudere definitivamente tutte le questioni: quella del difensore centrale è la prima, ed è quella che mette più pressione al club e all’ambiente. La chiusura del calciomercato servirà anche per dissipare gli ultimi dolori a chi ha sofferto dei cosiddetti “mal di pancia” in questa calda estate, per focalizzarsi solo ed esclusivamente sul Bologna: questa stagione è molto importante per tutti, e bisogna tornare a remare tutti dalla stessa parte, a testa alta.

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