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L’arte di sottovalutare il Bologna (…ancora?)

Il Bologna, come l’anno scorso, vede i propri giocatori accostati ovunque: ma, come l’anno scorso, l’epilogo potrebbe essere differente…

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Claudio Fenucci (© Damiano Fiorentini)
Claudio Fenucci (© Damiano Fiorentini)

Si è conclusa la prima settimana di pausa per le Nazionali. Una settimana che, sui giornali, ha visto protagonisti i colori Rossoblù, anche più in là della città delle Due Torri. Viene in mente, praticamente subito, a Santiago Castro, 9 del Bologna ma accostato a più riprese alla squadra attualmente Campione, e cioè l’Inter.

È il gioco delle parti, e ormai tutti hanno imparato a conoscerlo. Sembra quasi un deja-vù della scorsa primavera, quando altri gioielli Rossoblù erano in prima pagina e sulla bocca dei più, giustamente verrebbe da dire, viste le prestazioni e il valore. Ancora una volta, però, si sta dando troppo per scontato la forza del Bologna: la scorsa estate, evidentemente, non è bastata.

Bologna, piuma e ferro

Santiago Castro come Joshua Zirkzee, in campo e anche fuori. Gli ultimi due numeri 9 del Bologna al centro dell’attenzione per quello che danno ai Rossoblù dentro il rettangolo verde, che si traspone poi in un interesse da parte delle squadre di vertice. Ma il discorso si potrebbe estendere anche ad altri giocatori, attualmente in rosa – uno su tutti, Sam Beukema, come Dan Ndoye – ma anche chi l’ha lasciata, magari la scorsa estate, come Riccardo Calafiori. Giocatori avvicinati a più squadre, giochi dati per fatti e addirittura un’ampia interpretazione delle volontà, che poi si rivelano tutt’altro.

Riccardo Calafiori (© Damiano Fiorentini)

Riccardo Calafiori nella scorsa stagione con la maglia del Bologna (© Damiano Fiorentini)

Ma cosa sta a significare “piuma e ferro”? Il rimando è alla famosa frase della mano, che poteva essere piuma o poteva essere ferro. Così come il Bologna, che negli ultime sessioni di calciomercato ha dimostrato che anche il proprio approccio alla trattativa poteva essere piuma, come poteva essere ferro. E, narrazioni come quelle degli ultimi giorni, o dello scorso anno, non aiutano di certo a essere piuma. Le prove? Joshua Zirkzee e Riccardo Calafiori non sono rimasti nel nostro campionato, ma entrambi giocano in Premier League, con buona pace di tutti (soprattutto del Bologna).

Le trattative si fanno in tre

Perché “soprattutto del Bologna”? Perché spesso e volentieri, come in questo caso, sembra essere fin troppo sottovalutata la volontà del Bologna, liquidandola spesso con un “se il giocatore vuole così, la società non può farci niente”. Ma, per sfortuna di molti, non è la pura e semplice verità. Esistono dei contratti in essere, magari non con scadenza imminente, che mettono la società in posizione di vantaggio: un esempio è proprio Riccardo Calafiori. Il giocatore, alla fine, è stato accontentato sulla destinazione, ma anche la società lo è stata: ha perso un prezzo pregiato, certo, ma al proprio prezzo. Nessuna “svendita”, e tutti felici: come poi dovrebbe essere, no?

Questo dimostra che, per quanto se ne dica, non è assolutamente da dare per scontata la forza del Bologna nelle trattative. E, i Rossoblù, hanno pienamente dimostrato di saper tenere il punto: nessuna contropartita, ad esempio, ma puro e semplice prezzo d’acquisto. Non ci sono carte da giocare e nemmeno situazioni in ballo che possano far pendere l’ago della bilancia. Soprattutto ora, che il Bologna si vede in corsa per due obiettivi. L’estate arriverà, certo, e il calciomercato sarà movimentato, come al solito. Ma ora non è tempo e luogo: quel che sarà, sarà, senza dimenticarsi che esiste anche il Bologna, però.

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