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Verso Bologna-Udinese, Surza: «La società ha reagito rispetto allo scorso anno con una rivoluzione. Rossoblù forse indeboliti, ma serve fiducia in Sartori»

Il collega giornalista del canale ufficiale della società ci racconta come la società friulana abbia cercato di sterzare rispetto alla scorsa stagione

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Bologna - Udinese

Stasera, alle 18:30, riparte la Serie A. Domani toccherà poi al Bologna, che sul terreno di gioco di casa del Dall’Ara, sfiderà l’Udinese. Una di fronte all’altra si troveranno due squadre molto cambiate.

Per presentare e capire meglio la nuova compagine bianconera, abbiamo chiacchierato con il collega Alessandro Surza proprio di Udinese TV.

L’intervista su Bologna-Udinese

L’Udinese, dopo la scorsa travagliata stagione, si presenta ai nastri di partenza rivoluzionata. Che cosa dobbiamo aspettarci?
«Quando vivi una stagione complicata come quella dell’Udinese, ci sono due modi per reagire. O ti abbatti pensando di non riuscire più a fare quello che hai sempre fatto ovvero comprare talenti e farli crescere, oppure puoi reagire L’Udinese ha reagito con un cambio netto, perché non neghiamo che con l’addio di Cannavaro tutti eravamo dispiaciuti per quello che era riuscito a fare in poco tempo. Però si è deciso per questa rivoluzione con un tecnico che arriva dalla Polonia come Runjaic».

Quindi come è stata accolta questa scelta?
«Riguardando la carriera di Runjaic, abbiamo cominciato a capire che è un maestro di calcio. Allena da tanti anni, è bravo nel gestire i giovani, ha allenato in contesti complicati. Al Pogon Szceszin aveva preso in mano una squadra che lottava ogni anno per retrocedere e l’ha portata stabilmente ai vertici del campionato polacco. Poi al Legia, in una delle squadre più forti della Polonia, vincendo la Coppa. Arriva qua parlando in italiano. Quindi capisci che non è uno sprovveduto. Poi piano piano arrivano anche gli acquisti e poche cessioni, principalmente Pereyra in scadenza e il criticato Walace. E hai messo giocatori importanti, l’ultimo, la ciliegina, Alexis Sanchez. Ci sono due giovani interessanti come Pizarro e Bravo, una ex promessa come Ekkelenkamp, che qua può ritrovarsi. Quindi ora si riparte con grande entusiasmo. La società è convinta di fare un campionato da Udinese e non quello dell’anno scorso».

Che Udinese ti aspetti in questa stagione dal punto di vista tattico?
«Si riparte dal 3-4-2-1 o 3-4-3, che è un modulo molto più offensivo rispetto al passato. Ogni anno leggevi 3-5-2, che poi in possesso era 3-6-1. E, solo a vedere la formazione, veniva la sensazione che ci si volesse difendere. Quest’anno parti con il tridente e si cambia rispetto al passato. Lo ha detto anche il presidente Gino Pozzo, che non parla mai tanto. E recentemente ha detto che si era un po’ stufato di vedere l’Udinese sempre rintanata nella propria area e quindi si punta su un allenatore che gioca in maniera più offensiva. Baricentro alto, aggressione alta, riconquista sulla trequarti offensiva e controllo del gioco. Prendo le parole di Bijol: “Peggio dell’anno scorso non si può fare, abbiamo capito che ci piace anche tenere il pallone, mente l’anno scorso ogni volta che facevamo gol iniziavamo a guardare il cronometro”. Quindi la mentalità è diversa».

L’anno scorso è stato fatto un investimento importante su Brenner. Dopo i problemi della passata stagione, questa è la sua prima vera stagione all’Udinese. Che cosa ci si può attendere da lui?
«L’anno scorso sono arrivati 17 giocatori e nessuno aveva mai giocato in Serie A. Quest’anno hai mantenuto l’ossatura e anche Brenner ne gioverà, perché lavorerà in un gruppo collaudato. È stato detto tanto su Brenner, che fosse stato un acquisto sbagliato ecc… Io ci vedevo un giocatore con qualità e quest’anno può fare bene anche perché può giocare in ogni ruolo dell’attacco. Lui è rimasto all’Udinese convinto di poter fare bene anche in Europa. Per lui potrebbe essere anche un problema l’arrivo di Sanchez, che alza il livello. Ma dico anche ben venga l’arrivo di un giocatore così perché tutti devono alzare il loro livello».

A che punto è la carriera di Bijol? È già al giusto livello per competere in una grande squadra?
«Credo che Bijol sia già pronto per un top club europeo. Il fatto che al momento sia ancora a Udine non vuol dire che sarà qui fino al 31 agosto, ma che è semplicemente dentro il progetto. Se arriva l’offerta monstre nessuno viene costretto a restare, ma è un discorso comune a tutti in Italia. Però è il vice-capitano, un senatore della squadra e lui stesso ha capito che stando un anno in più all’Udinese, piuttosto che trasferirsi in una squadra che non è una big, questo lo aiuterebbe. E non è detto che non possa ancora migliorare. E lo ha dimostrato all’Europeo dove si è messo in tasca grandi attaccanti».

Dall’esterno come vedi il Bologna dopo questa estate?
«Premetto che ognuno soprattutto la propria squadre e per le altre va a sensazioni. Però dall’esterno, il Bologna sembra una squadra che effettivamente si è un po’ indebolita e che effettivamente ha bisogno per ritrovare la squadra. E non è facile, perché non hai perso solo Zirkzee e Calafiori, ma anche l’allenatore artefice di quella stagione, che secondo me aveva fatto il 60% del lavoro. Quindi penso sia in ricostruzione e forse mi aspettavo qualcosa in più dal mercato, ma allo stesso tempo penso che abbia il miglior dirigente del calcio italiano, insieme a Marotta, che è Giovanni Sartori. E mi fido di lui e lo direi anche ai tifosi del Bologna».

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