Bologna FC
Il carro di Vincenzo Italiano
Da opinioni contrastanti a tripudio: in dieci mesi tutto si è ribaltato per Vincenzo Italiano, che è già nella storia del Bologna

Parlare e confrontarsi è la base di tutto. Anche nel calcio, anche tra i tifosi. La domanda è una, senza malizia: in quanti erano contenti dell’arrivo di Vincenzo Italiano sulla panchina del Bologna? Non molti. Nemmeno così pochi, intendiamoci. Ma non molti: non una maggioranza assoluta, visto che siamo in tema.
Due sponde di un fiume: chi era consapevole che l’ex allenatore della Fiorentina avrebbe fatto bene (forse, non così bene come oggi), chi invece non gli dava credito. C’era qualcuno, tra gli addetti ai lavori, che addirittura lo vedeva con vita breve sulla panchina Rossoblù: oggi, tutti sono sul carro di Vincenzo Italiano.
Vincenzo Italiano, un gran allenatore
Semplice, sobrio: un sottotitolo azzeccato. Perché su Vincenzo Italiano oggi tutti dicono tanto, e quindi lo si riassume con ciò che è e che è sempre stato: un grande allenatore. Sui social, soprattutto sull’attuale X, fu Twitter, si è sempre fatta dell’ironia sulle sue idee “integraliste” di calcio, diciamo così. A Bologna, spazzate via anche quelle: basta vedere i numeri della sua squadra, e come imposta la fase di difesa: aggressione alta, come sempre, ma con gli uomini giusti. Oggi, invece, si fa largo un altro movimento nei meandri dei social network: il movimento del “Wincenzo Italiano“. Perché non bisogna prendersi troppo sul serio, mai.

Vincenzo Italiano post Bologna-Borussia Dortmund (© Damiano Fiorentini)
W, da “win”, vittoria. Una W al posto della V, a lui, Italiano, che alla prima conferenza stampa in Rossoblù (e anche per le successive, almeno all’inizio), ha dovuto rispondere su finali perse. Come un opinione può cambiare in soli dieci mesi. Ora, per tutti, Italiano è un vincente. Ancor prima di disputare la sua quarta finale in 24 mesi: una media di una finale ogni 6 mesi, se vogliamo esaltarlo ancora di più. Ma esaltare ora Vincenzo Italiano, vuol dire non averlo visto con i giusti occhi prima. Solo per stare in Serie A: salva lo Spezia al primo anno, porta la Fiorentina a questo livello in cui è oggi, prendendola dalle zone basse della classifica, con tre finali. Arriva a Bologna, giusto un paio di mesi per entrare a pieno regime: Bologna quarto e in finale di Coppa Italia. Semplicemente Vincenzo.
…e molto intelligente
E ora cosa centra l’intelligenza? Non è riferita al QI (che in questi tempi per tutti potrebbe essere al massimo, vista l’adorazione per lui), ma a quello che dice, con il cuore. Cuore e intelligenza possono andare di pari passo, e un uomo come lui ne è l’esempio. Quando gli chiedono di una big, lui non da mai certezze sul futuro (come chiunque al giorno d’oggi nel mondo del calcio dovrebbe fare, per onestà) ma spiega esattamente cosa vede: un Bologna che lo è per metodologie, per spese, per ambiente, per risultati. E ammette che questo è un posto in cui si può lavorare bene, aprendo totalmente alla possibilità di rimanere qui, assecondando la volontà di chiunque in dirigenza.
Vincenzo Italiano si è dimostrato un grande allenatore: lo rimarrà al di là del risultato del 14 maggio, in quel di Roma, e al di là di un quarto, quinto, sesto o settimo posto. Vincenzo Italiano si è dimostrato un grande uomo: soffre e vive come se fosse seduto sugli spalti, come uno di Bologna. Vincenzo Italiano voleva portare i bolognesi a Roma, a una finale, e ce l’ha fatta. Lui, nella storia del Bologna, ci è entrato già a piedi pari, e ora sul suo carro ci sono proprio tutti: va benissimo così.
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