Bologna FC
Il Bologna di Vincenzo Italiano: le scelte giuste, al momento giusto
Tante alternative e tanto lavoro, alla fine, pagano: Vincenzo Italiano nel suo Bologna cambia, spesso, e con ragione

Per una volta, il fato dei minuti di recupero ha sorriso al Bologna. Tutti avevano ancora in mente quella punizione, la sera del 30 dicembre, rimbalzata addosso a colui che venerdì, sempre negli stessi minuti, si è ripreso tutto con gli interessi, Santiago Castro. Al di là dell’episodio, la vittoria del Bologna, ancora una volta è la vittoria delle scelte di Vincenzo Italiano.
Il mister, per l’ennesima partita, ha variato con parsimonia, cambiando solo qualche pedina. Non contento, anche a partita in corso è riuscito nell’intento, riuscendo a raggiungere il risultato. L’abilità di Italiano sta proprio qui: costruire un livello da mantenere, per tutti, per avere l’opportunità di cambiare. Se il Bologna si trova lì, questa è una delle risposte.
Bologna, le infinite formazioni di Vincenzo Italiano
Fino alla scorsa stagione, grazie al conto tenuto dal giornalista di Cronache di Spogliatoio, Giuseppe Pastore, e poi ripreso da altre testate, abbiamo scoperto che Vincenzo Italiano ha variato ben 141 formazioni consecutive dall’inizio della sua esperienza alla Fiorentina. Non che non si sia mai vista una formazione uguale all’altra: non si è mai vista per due volte consecutivamente, fino al marzo dello scorso anno. Un’infinità, se si pensa a come nel calcio si vada sempre in cerca di certezze, almeno negli interpreti. Questo dato, che viene analizzato un po’ con il sorriso, rappresenta però tutto l’Italiano allenatore: anche cambiando, i risultati arrivano. E, al Bologna, la storia è la stessa.

Vincenzo Italiano (© Bologna FC 1909)
Già, sotto le Due Torri lo spartito per il mister è sempre quello dell’intercambiabilità. Ma, appunto, al momento giusto. Prendiamo un esempio dell’ultimo periodo: Lykogiannis ha disputato un mese di gennaio da assoluto protagonista. Assist, giocate decisive, e chi più ne ha più ne metta. Nel match contro il Lecce, però, è risultato un po’ appannato. Bene, dentro Miranda, che con il Torino disputa una ottima partita. Così come ogni volta che subentrava al compagno nelle partite precedenti. Ma lo stesso discorso si può fotocopiare per la fascia opposta, tra Holm e De Silvestri. Così come in mezzo al campo con i vari Pobega, Moro e Fabbian, ora che mancano due giocatori come Ferguson e Odgaard. Italiano sa quando cambiare, per portare a casa il risultato: percepisce il momento dei suoi giocatori, e non è cosa da poco.
L’unico modo per superare le avversità
Se uno parla di avversità, riferito al Bologna, il primo rimando va all’inizio di questa stagione. Un periodo in cui ai Rossoblù non girava proprio niente per il verso giusto. Le avversità del Bologna, oggi, non sono nei risultati ma quanto nelle assenze, che hanno colpito praticamente tutte allo stesso momento. Nel giro di qualche settimana Vincenzo Italiano ha dovuto fare a meno contemporaneamente di Ferguson, Odgaard, Orsolini e Dallinga, il quale non è entrato in campo contro il Torino per un fastidio che non portava a rischiarlo. Il peso specifico di questi quattro interpreti, nel gioco del Bologna, nel complesso è quanto un macigno. E, per questo motivo, la bravura di Italiano è ancora troppo sottovalutata: fare risultato anche senza alcuni dei propri uomini migliori.
Tutti sono uguali, ma qualcuno, qualcosa di diverso, ce l’ha. È inevitabile, e questo accade anche al Bologna. Riuscire a sopperire a queste assenze, tirando fuori il meglio e anche di più dai compagni, è una qualità che sta dando ragione ai Rossoblù e al proprio allenatore, ormai guida assoluta del mondo Bologna. Un allenatore che, proprio per questo, si sta costruendo una fiducia quasi inimmaginabile, se si pensa allo scetticismo con cui è stato accolto. Ma Vincenzo Italiano, ancora una volta, sta dimostrando di che pasta è fatto: i suoi ragazzi, e i risultati ottenuti, gli danno ampia ragione.
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