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Il Bologna viola il Franchi: è vittoria per 2 a 1

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Il 156esimo Derby dell’Appennino va in onda al Franchi di Firenze, con un Bologna ai minimi termini: niente Marko Arnautovic e Nicola Sansone in avanti, niente Lollo De Silvestri, Adama Soumaro e Kevin Bonifazi nel pacchetto difensivo e Thiago Motta ad inventare un undici che sia quantomeno dignitoso, avendo solo 6 giocatori di movimento in panchina.

Pronti partenza via: due azioni viola e poi il Bologna inizia a giocare. Prima Joshua Zirkzee impegna Terracciano, poi sull’angolo successivo,  Jerdy Schouten impegna l’estremo viola e, sulla ribattuta, Lewis Ferguson impatta con la testa la sfera a colpo sicuro: Terracciano si supera, ma sul rimbalzo della palla Barak tocca il cuoio con la mano. Pairetto ci pensa: corre al Var e decreta il rigore.
Riccardo Orsolini infila alla sinistra di Terracciano. E’ 0 a 1.
Siamo al 13esimo.
Pochi giri di lancette e la situazione si riequilibra: uscita poco coerente (per un portiere), col pugno, di Lukasz Skorupski e dopo un rimpallo è un altro Riccardo, Saponara, che la butta nel sacco.
Siamo al 20esimo e già il risultato è cambiato due volte. 1 a 1 e palla al centro.
La partita è piacevole, briosa e le squadre si affrontano a viso aperto. Anche in questo si vede che è un Derby, sentito in campo come sugli spalti.
Ancora il Bologna in avanti, con Orsolini al tiro, ma sono due palloni buttati in Arno e non impensieriscono Terracciano.
Nel frattempo si segnalano un giallo per parte: Orsolini per i rossoblù e Igor per i viola.
Al 35esimo grande traversa in semirovesciata di Saponara, a Skorupski battuto, e Nico Gonzalez di testa chiama l’estremo difensore rossoblù ad una grande parata.
Sono continui i ribaltamenti di fronte e la partita ne beneficia: ma la dinamicità non si sposa con la precisione e le azioni non si finalizzano per troppa fretta e poca accuratezza nei passaggi. 
Sono due i minuti di recupero e al termine dei 120 secondi Jovic impegna sopra la traversa il nostro portiere polacco.
 
Si va all’intervallo con un Bologna che lavora bene sulla catena di destra, dove Orsolini e Stefan Posch parlano spesso la stessa lingua; sulla sinistra Andrea Cambiaso e Roberto Soriano fanno il loro, ma sena eccellere. Bene il centrocampo del trio Nico Dominguez, Ferguson e Schouten, ma soprattutto bene gli attaccanti, rigore a parte, con un consiglio a Orsolini di allacciarsi bene gli scarpini (palloni in orbita anche basta!).
Il secondo tempo riparte e il Bologna inizia subito alla grande: primo corner, batte Orsolini e Posch ariva da dietro e, di testa, complice un imbarazzante Terracciano, la mette in fondo al sacco. 1 a 2 Bologna.
Al 53esimo un inspiegabile giallo a Schouten e al 54esimo gran palla ad incrociare il gioco di Soriano, stop perfetto di Orsolini che serve con un “no-look” Posch che crossa teso: Milinkovic salva in corner ad un gol, già fatto, dell’accorrente Zirkzee.
 
La Fiorentina riprova a trovare la strada per la porta rossoblù: al 58 i ragazzi di Italiano chiedono un rigore (tocco di mano) che giustamente Pairetto non concede.
E’ una partita che non concede pause e momenti di riflessioni: centrocampi messi sotto pressione, ma senza geometrie che possano veramente impensierire i portieri. Intanto Italiano sostituisce Barak e Bonaventura per Cabral e Mandragora, ma il gioco viola non cresce di livello. Ai viola manca un creatore di gioco e il centrocampo rossoblù tampona tutte le velleità della Fiorentina, con una compattezza che fa ben sperare per il futuro, nonostante le pesanti assenze.
Si segnalano due palloni raffinatissimi di Zirkzee (uno no look per Orsolini che l’ascolano non riesce a mettere in porta e uno che la difesa sventa). 
Italiano tenta il tutto per tutto: dentro Brekalo e fuori Saponara, ma la viola non crea altro che confusione, 
Motta inserisce Aebischer per Ferguson e Kyriakopoulos per Orsolini,, spostando Barrow al posto di Orsolini.
Ma la partita, grintosa e gagliarda, staziona a centrocampo, perchè sia da una parte che dall’altra le idee sono poco chiare.
Finisce con una vittoria (il Franchi non cadeva da ben 13 anni!!) che da morale, classifica e autolegittimazione: adesso la parola d’ordine è continuità, perché l’Europa non è poi così lontana.

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