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Bombardini: “Donadoni sa lavorare con i giovani” – 29 ott

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Domenica si scontreranno, sul campo dello stadio Renato Dall’Ara, Bologna e Atalanta in un incontro aperto a qualsiasi risultato, con la formazione emiliana che non riesce a fornire prestazioni importanti. Un nuovo allenatore è approdato in città e vincere potrebbe segnare una svolta decisiva verso un futuro più brillante. Per commentare l’attuale situazione felsinea, 1000cuorirossoblu ha contattato un’importante ex della storia di entrambe le squadre: Davide Bombardini.

Iniziamo facendo un quadro generale della situazione; come giudichi il campionato disputato fino ad ora dal Bologna?
Fino ad ora ho visto un Bologna completamente sotto le mie aspettative, ma in realtà, nessuno si sarebbe mai aspettato una partenza così lenta da parte di questa squadra, portata in massima serie da una società così economicamente forte.

Da tifoso, pensi che la colpa dei continui insuccessi sia stata solo di Delio Rossi? Su chi altro punteresti il dito contro?
Non mi piace discutere di colpe, preferirei trattare di responsabili. Stiamo parlando di una società che si è affacciata da poco sul palcoscenico del calcio italiano, in più la squadra è neopromossa, molte manovre di calciomercato sono state effettuate in ritardo a causa di una promozione afferrata all’ultimo secondo quindi ci sono stati una serie di inconvenienti che hanno giocato a nostro sfavore. Quando le cose vanno male, la colpa è un po’ di tutti. Chiaramente Delio Rossi ha fatto diversi sbagli, ma non è l’unico responsabile delle 8 sconfitte su 10 partite.

Che ne dici di Donadoni?
Penso che sia la scelta giusta. Ha un passato strabiliante, nonostante sia reduce da una retrocessione che però è figlia di un anno disastroso per il Parma. Penso sia un tecnico in grado di lavorare con giocatori meno esperti, e non è una cosa da tutti, anche perché molti allenatori non schiererebbero i giovani nemmeno se ci fosse un’epidemia in squadra, mentre a lui piace cambiare e dare un’opportunità a tutti gli atleti che ha nell’organico.

 Da ex attaccante, come ti spieghi il momentaccio che stanno attraversando gli attaccanti rossoblu?
No. Non me lo riesco a spiegare. Quando si parla di attacco rossoblu si pensa subito a Destro, e credo che il suo unico ostacolo sia un fattore psicologico. Probabilmente non si è ancora calato nella mentalità di un giocatore che, se non segna, la sua squadra difficilmente si salverà. E’ chiaro che non ha Gervinho al suo fianco che gli passa i palloni giusti al momento giusto, però mi aspettavo molta più personalità individuale da parte sua. A Roma e a Milano ha sempre fatto dei buoni gol e si è sempre reso utile ai compagni, però bisogna tenere conto che questo è per Destro il primo campionato in cui gli siaffida il reparto offensivo e gli si chiede di giocare con estrema responsabilità. La società ha investito molto su di lui, la città si aspetta molto da lui.. non gli resta che mettersi in gioco per davvero.

Durante la tua permanenza sotto le Due Torri, hai subito un continuo valzer di allenatori, precisamente 4, tre dei quali nella stagione 2008/2009. Per un giocatore è destabilizzante il frequente cambio del tecnico?
Secondo me no, anche se sicuramente non giova alla squadra. Noi siamo passati da Arrigoni, a Mihajovic a Papadopulo mentre la stagione successiva è approdato anche Colomba. Ogni allenatore ha il suo credo, il suo modo di lavorare e le sue tattiche però ai giocatori questo non dovrebbe importare. Un atleta, specie se di serie A, deve essere in grado di adattarsi anche perché molti tecnici cambiano modulo ogni domenica o addirittura a partita in corso. 

Sei nato come trequartista, ma un giorno Arrigoni ti schiera anche come terzino sinistro. Da questo punto di vista, Adam Masina ti assomiglia vagamente; giocava nel ruolo di attaccante fin da quando aveva 13 anni, ma Fabio Gallo, della Giacomense, decide di impiegarlo come terzino. Cosa ne pensi di questo giocatore?
In quegli anni lì cambiavo ruolo quasi ogni domenica; dal difensore, al centrocampista, dalla seconda punta all’ala. Non avevo mai giocato come terzino in vita mia e ho esordito in quel ruolo a San Siro contro il Milan, lui invece ha avuto tempo di metabolizzare il nuovo compito siccome giocava nelle giovanili. Ad ogni modo, Masina ha un fisico strepitoso e ha un buonissimo passo e penso che abbia le potenzialità di andare in Nazionale. L’età e le prestazioni fisiche sono dalla sua parte, deve solo imparare a difendere. Si sbilancia sempre troppo in avanti, lasciando scoperta la sua postazione, in più a livello tattico deve migliorare. E’ giovane e sono sicuro che diventerà un ottimo atleta.

Infine, la nostra prossima avversaria come sta? Chi dobbiamo temere dell’Atalanta?
L’Atalanta sta bene, se devo essere sincero sono contento che abbia vinto contro la Lazio in casa anche perché, fino ad ora, il Bologna ha sempre avuto la sfortuna di incontrare squadre che avevano bisogno di fare punti a tutti i costi: se il Palermo non avesse vinto contro di noi avrebbero esonerato Iachini, se l’Udinese non svesse fatto punti avrebbero mandato via Colantuono, l’inter era reduce da una sconfitta e tre pareggi. La forza dell’Atalanta è che può vantare un gruppo molto unito e molto omogeneo. In più, in attacco spingono molto. 

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