Bologna FC
C’è del marcio in Danimarca?
Non sono Amleto, il drammatico “eroe del dubbio” reso immortale da William Shakespeare, quindi non so se “c’è del marcio in Danimarca”. Di sicuro, in Danimarca c’è un ragazzino di diciotto anni, Andreas Skov Olsen, che neanche so se ha già preso la patente e improvvisamente si accorge di essere bravissimo a tirar calci a un pallone, bravissimo al punto che molti club, in giro per l’Europa, lo corteggiano per assicurarsene le virtù. Tra questi, il Bologna. È da ottobre dell’anno scorso (roba che magari aveva ancora i denti da latte…) che il direttore sportivo rossoblù, Riccardo Bigon, lo corteggia. È stato il primo, mentre a Casteldebole quattro imbecilli lo mettevano simbolicamente in croce, ma non è stato l’unico. Andreas Skov Olsen ha accettato volentieri il corteggiamento, è venuto a Bologna, ha sostenuto le visite mediche, ha assaggiato i tortellini e poi è tornato a casa. Per preparare le valigie? È quello che si augurano Bigon e Mihajlovic, che però non credono nelle favole e quindi lo aspettano con malcelata ansia, la stessa ansia che si respira nei dialoghi tra tifosi. Quindi? Quindi attendiamo con disincantato realismo la decisione del piccolo principe danese, sapendo che il Bologna ha fatto tutto quello che poteva per vestirlo di rossoblù. Sarebbe comprensibile una pausa di riflessione prima di decidere di lasciare la Danimarca per affrontare l’avventura in Italia. Lo sarebbe molto meno se al termine della stessa Andreas Skov Olsen decidesse di andare a cercare fortuna altrove. Dove? A precisa domanda, Bigon allarga le braccia e risponde laconicamente «Dietro a questo ragazzo c’è il mondo, esattamente come c’era prima che venisse da noi. Ora sta riflettendo…». Chissà se, come Amleto, si starà domandando se ESSERE (del Bologna) O NON ESSERE. E chissà se davvero c’è del marcio in Danimarca. Di sicuro, il marcio non c’è a Casteldebole…
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