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C’è tanto Bologna nel catino dell’Olimpico, ma non basta: vince la Roma 1 a 0

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C’è una macchia rossoblù di 1200 pixel all’interno di un calderone infuocato come l’Olimpico. In un giorno feriale, anche se  è il 4 di gennaio, è tantissima roba. Crederci sempre, arrendersi mai.
Un Bologna che dopo soli 6 giri di lancetta, incassa il suo primo gol dell’anno, su un intervento impreciso di Lucumi.  Rigore trasformato dal capitano giallorosso Luca Pellegrini e la partita inizia in salita.

Se il rigore doveva essere una viatico per una Roma che avrebbe dovuto dilagare, è invece il Bologna che cresce e ringhia sui garretti dei giallorossi, che subiscono l’intraprendenza dei rossoblù che fanno quadrato e non arretrano ma anzi provano subito a ribaltare gioco e risultato. Ma se le intenzioni sono buone e la fisicità supporta, manca la precisione alle trame dei ragazzi di Thiago Motta che non smette di incitare i suoi giocatori dalla panchina.

Il Bologna ha un buon giro palla, ma la Roma, sorniona, controlla il gioco, anche se fatica a portarsi avanti e ad impensierire l’estremo difensore del Bologna. Ed il Bologna costruisce le sue trame e tiene la Roma ben ancorata nella sua metà campo. E’ un inizio su cui lavorare.
Azioni da segnalare poche, una bella azione insistita di Lykogiannis sulla fascia sinistra, conclusa con una sgangherata rovesciata di Orsolini, coreografia rubata al Cirque du Soleil. Bologna, come già detto, migliore della Roma, ma arruffone e poco preciso quando si avvicina ai pali di Rui Patricio. Sicuramente ai punti,, la bilancia pende dalla parte rossoblù: peccato per il risultato che vede avanti i giallorossi, per quell’unico episodio al sesto minuto.
Per la cronaca: due angoli per la Roma, sul finire del primo tempo, ma prima Dybala e poi Zaniolo non inquadrano la porta. Poi un lieve infortunio di Arnautovic che anticipa di qualche secondo il duplice fischio di Santoro che sancisce la fine dei primi 45 minuti.
La Roma ha maggiori qualità negli undici in campo, ma è un Bologna che non sfigura, che corre e gli manca un quarto di pericolosità che potrebbe portarlo a pareggiare.
 
Per i  secondi 45 minuti non si segnalano cambi e si ricomincia con gli stessi 22.
E subito due palle gol per entrambe le squadre: Skorupski monumentale su Zaniolo, solo davanti all’estremo difensore rossoblù,  al terzo invece Orsolini, esuberante,  non serve sui piedi una palla gol all’accorrente Dominguez. Queste palle gridano vendetta, perché la contabilità del gol non registra alcun movimento in entrata.
 
Bell’azione del Bologna, con doppia pallagol, in seguito ad un corner: ma ne Ferguson ne Lucumi centrano il bersaglio gol.
La Roma attende, non graffia, controlla: è il Bologna che costruisce la partita e crea, al 60esimo, una bella palla gol, che solo per pochi centimetri Ferguson non impatta, spedendola in gol. I rossoblù ci credono e tengono il boccino del gioco in mano.
Iniziano i cambi: esce Soriano (che non era il Soriano visto contro il Sassuolo)ed entra Aebischer, dall’altra parte esce Zaniolo ed entra entra Abraham.  E ancora al 65esimo entrano Matic e Zalewski per Zaniolo e Tahirovic, mentre Schouten e Cambiaso prendono il posto di Medel e Lykogiannis. Ma la musica non cambia: pallone fra le gambe dei rossoblù e giallorossi che non si affacciano quasi mai dalle parti di Skorupski.
Al 70esimo rigorino non dato a Ferguson, che, di contro, si prende un giallo per simulazione. Motta non ci sta e protesta: giallo anche per lui, comminato dall’arbitro Santoro.
76esimo alle stelle un pallone di Schouten, su bella azione del Bologna, che continua a tessere la tela, ma senza trovare il bandolo della matassa. Ma è un Bologna vivace, che cresce mentre la Roma cala. Dybala si arrende ai crampi ed esce anche lui.
All’81esimo cambio tattico, sulle note “crederci sempre, arrendersi mai, esce Posch ed entra Pyythia: Motta prova il tutto per tutto per il pareggio e si gioca il Primavera, in cui crede tantissimo, sbilanciano un pò in avanti la sua creatura.
Bologna all’arrembaggio, coraggiosissimo, ma poca lucidità che non molla neanche nei minuti finali quando ormai stanno andando in onda, nei sei minuti di recupero, i titoli di coda: alcune interessanti azioni che meriterebbero maggior fortuna e la palla d’oro sul fil di sirena in mezzo all’area, dove un tacco che fa sponda di Dominguez, permette un colpo di testa a botta sicura della cooperativa Ferguson/Lucumi, ma Abraham la toglie di testa a Rui Patricio battuto, “segnando” il suo personalissimo gol, salvandone uno. Peccato, la palla era già dentro.
 
E’ un Bologna che esce sconfitto, ma assolutamente a testa alta e il pareggio, sull’ultima azione magari, sarebbe stato meritato.
Un dato su tutti, a testimoniare quanto il Bologna se la sia giocata questa partita: è un rotondo 61% di possesso palla, è un dato che fa riflettere (in positivo) su come la direzione sia quella giusta.
Lunedì sera l’Atalanta scende al Dall’Ara: sarebbe buona cosa se, oltre al predominio di gioco, il Bologna segnasse qualche gol, per ricominciare a credere in quel cammino virtuoso, che già a fine 2022 si era intravisto. 
Perché 5 vittorie, quasi di fila, non sono mai per caso.

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