Bologna FC
Calabresi si racconta “Bologna è la mia dimensione”
La “Giovane Italia”, programma di Sky Sport sui talenti del calcio nostrano, è sbarcata oggi a Casteldebole, per raccontare la storia di un difensore rossoblù: Arturo Calabresi.
IL POSTO GIUSTO “Bologna è la mia dimensione” ha esordito il difensore classe ’96, intervistato proprio dentro al Centro Tecnico “l’ho sentita subito come casa mia, qui ho fatto l’esordio e il primo goal in serie A. La gente mi ha apprezzato sia come calciatore che come persona, una cosa per la quale sarò sempre grato al Bologna e ai bolognesi”.
LA LUPA “Certo, esordire proprio contro la Roma” per lui, romano e romanista “ha simboleggiato una sorta di nuovo inizio. Ho fatto due anni nel Football Club, poi uno nell’Atletico Roma e da lì i giallorossi mi presero, c’era Bruno Conti come responsabile del settore giovanile. Poi tanti prestiti, fino all’esordio in serie A a Bologna.” Proprio contro la Lupa “Per rompere il ghiaccio ho tirato un calcio a Lorenzo Pellegrini, il mio migliore amico calcistico”.
LA GAVETTA Ma la salita verso l’alto non è stata facile “A Livorno con mister Panucci ho conosciuto il calcio vero, mi ha consigliato molto, specie su cosa vuol dire far parte di uno spogliatoio, poi a Brescia ho giocato un anno e mezzo, guadagnando sempre maggiore continuità. A La Spezia non è andata bene, ho conosciuto la sofferenza dell’esclusione, mentre a Foggia ho lasciato indietro i vecchi problemi, aprendo una nuova pagina”.
UNA IENA PER PADRE “Da papà ho preso il coraggio: per il resto siamo molto diversi, non c’entriamo quasi nulla. Cioè, in realtà ho preso anche qualcosa dei suoi lati negativi: ad esempio, l’impulsività. Ma è comunque la persona che mi ha trasmesso tutto”. E la palla passa proprio al padre, la “iena” Paolo Calabresi “Arturo ha una maturità che io non avrò mai, non so da chi l’ha presa, nè da me nè da mia moglie, forse dal nonno.” Nel cuore dell’attore regnano ovviamente i colori giallorossi, messi a dura prova dall’esordio del figlio “E’ stata una partita, direi…sofferente. Per entrambe: perchè prima il Bologna stava in crisi, poi la Roma. E ricordo che Arturo ci ha mandato quel messaggio, con scritto che avrebbe giocato. Poi quelle stecche a Lollo…Comunque, al secondo goal di Santander, ho cominciato un percorso di analisi”.
L’ATTORE E IL CALCIATORE Da piccolo, Arturo fece un’apparizione col padre nella serie tv Boris (dove interpretava il figlio romanista). Una parentesi, però, rimasta tale “Sono un appassionato del mondo del cinema, ma non ho mai sentito la necessità di farne parte, faccio il difensore. Di certo, ci metto la stessa intensità con cui mio padre svolge il suo lavoro.” E se la genetica significa qualcosa, considerando dov’è arrivato nel suo campo il padre Paolo, anche Arturo non deve temere: il futuro, mettendoci “coraggio e passione”, sarà suo.
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