Bologna FC
Canta che ti passa: Cambio
Ormai, negli ultimi anni, la fascia da capitano ha acquisito sempre meno importanza, perdendo per strada le principali caratteristiche dell’uomo-simbolo della squadra: essere un leader e trasmettere grinta ai compagni. Allargando l’orizzonte dall’universo rossoblù, il mito del capitano è andato sempre più scemando: abbiamo visto uomini investiti di questa caricatura come Montolivo e Juan Jesus, due giocatori che ci verrebbe da definire normali.
A Bologna, invece, tra il 2012 e il 2014, i tifosi hanno assistito alla “Leggenda dei nove capitani”, come l’ha battezzata Il Resto del Carlino: Di Vaio, Portanova, Diamanti, Perez, Natali, Konè (con annesse andate e ritorni di consegna).
Tengo il ritmo e ascolto l’urlo dell’umanità
che lascia la zona grigia e da domani no no non ci sarà.
Chi ha dato tempo al tempo trovi il tempo per scappare via
perché la gente è stanca, è gonfia di rabbia e non è una malattia…
Qualcuno sicuramente pensa che debbano essere i tifosi a scegliere il giocatore più opportuno a indossare la fascia. Non oserei affrettare le cose affermando che “il potere al popolo” debba essere lo slogan per eccellenza, ma sarebbe d’effetto portare sullo stesso piano il calciatore e il supporter.
Sì, ok, sarebbe una cosa bellissima. Però c’è un però: coloro che stanno sugli spalti non vivono lo spogliatoio. Non conoscono gli atteggiamenti fuori dal campo dei rossoblù, quindi c’è la possibilità che non scorgano cosa c’è oltre al giocatore in campo. Rimaniamo, allora, che i tifosi debbano solo tifare. Punto.
Nelle ultimissime stagioni si è passati da Gastaldello a Mirante, passando per Maietta e Verdi.
Ecco, tralasciando i due difensori e l’attuale giocatore del Napoli (capitano ad honorem), vorrei concentrarmi sul portiere napoletano. Non conoscendolo di persona – e quindi scontrandomi con le righe precedenti – mi chiedo: perché dare a lui la fascia (faccina inquisitoria)? Oltre all’età, c’entrano anche i problemi al cuore che l’hanno colpito? È stato abbastanza contestato dalla tifoseria per alcuni gol in cui l’indecisione l’ha masticato vivo. Quindi, per togliere pressione, perché non cambiare capitano? Ripeto: non facendo parte quotidianamente dello spogliatoio, si possono solo fare constatazioni platoniche.
Ecco perché dev’essere lo spogliatoio a decidere chi debba essere insignito del titolo: bisogna esigere un giocatore che, a parte avere carisma, deve rientrare nel progetto a lungo termine della società, in modo da essere un titolare inamovibile e comunicare ai compagni che prima viene lo stemma, poi il cognome dietro la maglia.
I capitani delle ultime tre stagioni – tenendoci su spazi ristretti – sono andati via tutti, e non è possibile che la squadra sia rappresentata da gente che oggi c’è e domani chissà. La gente è stanca perché avere un giocatore-simbolo su cui fare affidamento, qualunque cosa accada, è fondamentale. Certo, può esserlo anche senza fascia al braccio, ma questo capita quando ce ne sono tanti…
Cambio, cambio, cambio di mentalità:
datemi, datemi, datemi un’altra identità.
Cambio, cambio, cambio di mentalità:
voglio, voglio un’altra possibilità.
Nel post-partita contro il Norimberga, Inzaghi ha fatto una considerazione: “[Il capitano] Oggi l’ha fatto Dzemaili, ma l’hanno fatto anche Da Costa, Poli e Palacio, sono questi 4 i giocatori cardine e i capitani della squadra. Questa settimana deciderò, ma con molta tranquillità, perché io ho bisogno di tanti capitani e qui ce ne sono parecchi ed è molto importante”.
In questo caso, è come se fosse la fascia a parlare. C’è bisogno di un cambio dopo le passate ere, ripiene di passaggi continui di testimone. Si riparte dall’anno zero, quello in cui il nuovo allenatore dovrà dare una nuova identità alla fascia, sperando sia definitiva.
Attenzione, però: probabilmente anche quest’anno assisteremo a vari passaggi da un braccio all’altro della fascia, ma l’importante è che la scelta ricada solamente su uomini di lungo corso, di fiducia dello spogliatoio e dei tifosi. Gli stessi che si augurano la mentalità sia cambiata…
(Cambio – Negrita)
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