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Canta che ti passa: L’anno che verrà

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Scontata. Abbastanza scontata la scelta di questa canzone per questa puntata, ma – allo stesso tempo – inevitabile, per segnare una linea tra passato e futuro. Come effettivamente fanno gli addetti ai suoni al Dall’Ara, visto che la considerano come “secondo inno” da far risuonare sotto il santuario di San Luca, alla fine della partita. Esatto, come una linea che separa il triplice fischio da quello singolo (futuro) del nuovo inizio.
L’anno che verrà, per Dalla, è uno stato d’animo. Una canzon…pardon, una lettera che il cantautore bolognese ha voluto comporre verso la fine degli anni di piombo, per descrivere (anche qui) la netta separazione da quello che è successo a quello che succederà. Un continuo gioco tra tempo passato e quello futuro: noi non possiamo fare altro che seguire la sua scia, sia astratta che concreta, se facciamo due passi in Via D’Azeglio.

Caro amico ti scrivo,
così mi distraggo un po’.
E siccome sei molto lontano
più forte ti scriverò.

Potremmo andare sul banale, vista la facilità con cui è stata scelta questa occasione, con l’arrivo del nuovo anno: potremmo indirizzare quell’amico a Saputo. Un tifoso bolognese gli scrive una lettera, visto che il chairman è più in là (in Canada…) che in qua, con parole molto forti per fargli capire che, dopo quattro anni, qualcosa ancora qui non va. Un po’ com’è successo dopo la partita col Napoli: “Caro patron, dai un taglio al passato, manda via i dirigenti e assumi persone capaci. Chi siano quest’ultime non lo sappiamo, però fallo”. Insomma, come dire: spara e uccidi, io poi ti spiego il perché.
Noi, però, non ci intromettiamo nelle questioni societarie, siccome i dirigenti fanno il loro lavoro, i tifosi seguono i sentimenti e i giornalisti (tali o utopistici che siano) riportano ciò che succede.
L’ amico, quindi, può assumere varie connotazioni, visto che in quest’ultimo mese tutti hanno scritto qualcosa a qualcuno: striscione dopo la sconfitta con la Samp, il comunicato del “Tutti a Empoli!” del Centro Bologna Clubs, le ‘minacce’ della Curva e della Vecchia Guardia dopo la partita in Toscana, il primo comunicato di Saputo e il post sui gufi di Inzaghi con annesso incontro società-tifosi, le croci esposte a Casteldebole, il secondo comunicato sullo sconcerto di Saputo, le promesse dei rinforzi e, in ultimo, il comunicato del tifo organizzato contro la società.
È stato un mese in cui carta e penna non sono mai state messe a riposo del tutto (meglio così piuttosto che scontri fisici, di cui non se ne può più), con le quali i vari autori hanno sempre tentato di mettere un punto e ripartire da capo. Guarda un po’, anche in questo caso, dare un taglio al passato e cominciare con un nuovo futuro.

L’anno che sta arrivando tra un anno passerà.
Io mi sto preparando:
è questa la novità.

Come da tradizione, prima di iniziare un qualcosa, si stilano i buoni propositi. Lucio, con l’aiuto della televisione (che porta buone nuove, come gli arrivi di Soriano e Sansone…), sa che il nuovo anno sarà migliore di quello passato, ma usa una forma di auto-convincimento per crederlo: con le risate e la speranza, tutto passerà in un istante. Ecco, qui sta il fatto di credere che andrà bene. Il cantautore fa leva sul fatto che diventi importante che in questo istante ci sia anch’io. Quell’anch’io, come l’amico del primo verso, assume allo stesso modo varie connotazioni generiche per includere tutte le persone: i muti che potranno parlare, i sordi che già lo fanno, i preti che si sposeranno e coloro che spariranno.
Tutti in preparazione per un unico obiettivo, sperando – questa volta sì – di non tirare fuori più carta e penna: già solo questa linea di fine sarebbe una (bella) novità.

 

(L’anno che verrà – Lucio Dalla)

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