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Caos campionato, tra ipotesi e smentite è la serie A ad essere infetta
Si gioca o non si gioca? Porte aperte o porte chiuse? Sono questi i dubbi amletici delle ultime settimane di calcio italiano, letteralmente paralizzato dall’emergenza Coronavirus che imperversa nel paese. Tanti (forse troppi) dubbi e pochissime certezze: partite rinviate, stadi senza pubblico, conferme e dietro-front da parte della Lega Calcio, ecco il riassunto di un campionato che sta diventando un vero e proprio rebus da risolvere, con una soluzione che, almeno al momento, pare difficile da trovare.
Dopo una 25esima giornata giocata a singhiozzo con quattro partite rinviate, infatti, è arrivato un altro weekend di “quarantena” dal calcio giocato, in cui addirittura 12 squadre hanno visto i propri impegni sospesi fino a nuovo ordine. In questa situazione diventa necessario recuperare il bandolo della matassa per orchestrare al meglio un calendario disseminato di ostacoli: a questo servirà l’assemblea straordinaria di Lega, cui prenderanno parte i presidenti delle società di serie A, convocata per domani a Roma. Una task force con l’obiettivo di riportare ordine nel caos che si è scatenato in questi giorni, cercando di mediare tra gli interessi di tutte le parti in causa.
Cercando di tirare le fila delle ultime decisioni, dunque, l’unica data certa per i recuperi è quella di mercoledì 11 marzo, quando si giocheranno due incontri della 25° giornata: Verona-Cagliari (ore 15) e Torino-Parma (ore 18.30). A destare preoccupazioni sono invece le altre due partite del turno saltate, ovvero Atalanta-Sassuolo e Inter-Sampdoria, che al momento non hanno un giorno ufficiale nonostante per il primo incontro nelle ultime ore pare concretizzarsi la possibilità 18 marzo. Ancora nessuna decisione per il match di San Siro, poiché trovare uno slot libero nel calendario dei nerazzurri appare quasi impossibile.
Diverso il discorso per quanto riguarda la giornata di campionato appena trascorsa, la 26°. Dopo la conferma del rinvio anche di Sampdoria-Verona, che inizialmente avrebbe dovuto giocarsi a Marassi a porte chiuse, gli incontri da recuperare sono sei. La data ufficiale designata dalla Lega Calcio risulta mercoledì 13 maggio. Così facendo, si andrebbe a spostare la finale di Coppa Italia al 20 maggio per “creare” un turno infrasettimanale tra la 36° e 37° giornata, in cui incastrare le partite che si sarebbero dovute giocare lo scorso fine settimana.
Una soluzione che ha provocato proteste e malumori interni alle società, dettati dal fatto che giocare sfide di fine febbraio a campionato praticamente finito ostacoli il corretto svolgimento del torneo. Per questo motivo, nelle ultime ore è emersa un’ulteriore ipotesi di recupero, a tutti parsa maggiormente percorribile.
Si tratta di far slittare l’intero campionato di un turno. In parole povere, giocare i sei incontri in sospeso della 26° giornata nelle date della 27° (7, 8 e 9 marzo), per poi proseguire secondo il regolare calendario ed inserendo nella nuova finestra del 13 maggio le partite del 36° turno. In questo modo, il torneo si chiuderebbe comunque il 24 maggio, come originariamente schedulato. Un’opzione piuttosto complessa ma che pare stia prendendo quota, soprattutto dal momento che consentirebbe di disputare sia il derby d’Italia, sia altri match regolarmente a porte aperte lunedì 9 sera, ovvero dopo la scadenza del decreto governativo nelle zone a rischio contagio.
Resta invece invariata la programmazione delle semifinali di Coppa Italia, che si giocheranno questa sera a Torino e domani a Napoli, ma con il giallo sulla questione porte chiuse nell’incontro dello Stadium. Se all’inizio infatti sembrava che la partita si dovesse disputare a porte aperte, ma senza i residenti di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, negli ultimi giorni sembra che l’ago della bilancia penda a favore della chiusura al pubblico dell’impianto.
Saranno tanti i nodi da sciogliere domani nell’assemblea di Lega, con la speranza di ristabilire l’ordine dopo giorni di caos, e di tornare finalmente a parlare di calcio giocato.
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