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Esclusiva Radiabo – La nostra intervista all’ex rossoblù Carlo Nervo (prima parte)

Le parole dell’ex giocatore rossoblù: «Bologna è stata il mio trampolino di lancio, devo tutto a questa società»

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Carlo Nervo esclusiva Radiabo
Carlo Nervo ospite a Radiabo

Classe 1971, veneto di Bassano del Grappa, Carlo Nervo è un imprenditore, politico ed ex calciatore del Bologna. Di ruolo centrocampista, Nervo ha vestito i colori rossoblù dal 1994 al 2005, raggiungendo quota 311 presenze e 34 reti (considerando il campionato di Serie A).

Dopo una brevissima parentesi a Catanzaro, è tornato sotto le Due Torri per la stagione 2006-2007, durante la quale ha collezionato altre 26 presenze e 2 gol. Nel corso della sua carriera sportiva ha indossato anche le casacche di Cittadella e Mantova (oltre che della Nazionale italiana), ma la squadra dove ha trascorso più tempo rimane il Bologna.

L’ex centrocampista, in rossoblù per più di dieci anni, è sato ospite di Prossima fermata Bologna, la trasmissione radiofonica di Radiabo condotta da Marco Tarozzi. Di seguito riportiamo la prima parte della nostra intervista esclusiva.

Le parole di Carlo Nervo ai microfoni di Radiabo: «Bologna è stata il mio trampolino di lancio, devo tutto a questa città e a questa società»

Presentiamo l’ospite di oggi con una frase che ci ha detto tempo fa: «Qui a Bologna è cambiato tutto: la mia carriera e la mia vita. Avevo un sogno, diventare un giocatore di Serie A, e l’ho realizzato venendo qui, nel posto dove ancora oggi riesco ad emozionarmi». Diamo il benvenuto a Carlo Nervo.
«Quello che ho detto lo sto provando in questo momento perché è sempre un’emozione quando ritorno a Bologna, qui sono tra amici. Cosa significa Bologna per me? Come ho detto qui mi è cambiata la vita. Ero un buon giocatore di Serie C, avevo fatto due stagioni importanti a Mantova ma arrivare in una piazza come Bologna è stato il mio trampolino di lancio. Ho trovato delle persone che hanno creduto in me, penso che questo nella vita sia fondamentale. In primis il grande Presidente Gazzoni, poi Ulivieri e tutti gli allenatori che ci sono stati. Lì ho avuto la possibilità di migliorare molto e di arrivare persino in Nazionale. Devo tutto a questa città e a questa società».

Tu hai avuto fior di allenatori, penso a Mazzone e Guidolin, e da tutti hai avuto qualcosa. È con Ulivieri, però, che è arrivata la svolta?
«Assolutamente sì. Io venivo da due anni a Mantova dove ho avuto Tomeazzi e Giagnioni (due super allenatori) però ho imparato a stare in campo con Ulivieri. È stato lui che mi ha insegnato a livello tattico la posizione in campo e quando hai degli allenatori così impari molto».

Parlaci di Bologna: tu ci torni spesso, come l’hai vista cambiare?
«Ci vengo più che volentieri. Secondo me è cambiata molto, è diventata molto più turistica e ci sono stati anche interventi importanti. Essendo una delle principali città italiane si è molto modernizzata. Una volta era meno turistica e più tranquilla, ma gli interventi che sono stati fatti sono serviti per farla decollare».

Il ricordo più bello di quando giocavi nel tuo Bologna?
«Il gol a Lisbona nella prima partita di Coppa UEFA: è stata una giornata indimenticabile, soprattutto per me che ero abituato a giocare in Serie C. A volte, quando ho dei momenti critici, vado a rivedermi quel gol lì. È stato davvero il compimento di un sogno, la notte non ho dormito dall’emozione. E poi il 20 novembre 2002 con la maglia azzurra addosso (l’esordio di Nervo con l’Italia, in un’amichevole contro la Turchia, ndr): è stato il compimento del sogno che tutti i bambini hanno quando iniziano a giocare a calcio».

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