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Casteldebole, tutti i segreti del Centro Tecnico del Bologna

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“Spesso prendiamo decisioni impopolari, ma queste scelte vengono sempre fatte per il bene della società”. Queste le parole di Joey Saputo durante la conferenza stampa di fine anno: un monologo di apertura, per ribadire ancora una volta (come se ce ne fosse bisogno), la voglia del magnate canadese di fare le cose per bene. Esempio lampante di ciò è il Centro Tecnico Niccolò Galli, che da semplice luogo di allenamento dei rossoblù è diventato un punto di riferimento e, perché no, un esempio per altre realtà (qui l’articolo che confronta Bologna con altre società calcistiche).

La storia

Dal 1976 il Bologna ha preso la consuetudine di svolgere i propri allenamenti a Casteldebole, presso quel centro tecnico che verrà poi dedicato a Niccolò Galli, figlio di Giovanni Galli e giocatore rossoblù, prematuramente scomparso in un incidente stradale. Durante tutte le precedenti gestioni societarie, i felsinei avevano diritto ad allenarsi su quei verdi prati in virtù di un contratto di affitto. Con l’avvento di Saputo si è scelto di rendere quei terreni la casa del Bologna: l’acquisizione è avvenuta nel 2016, tramite il versamento di una cifra di 10 milioni di euro alla Galotti SpA, somma alla quale vanno sommate tutte le spese per il riammodernamento delle strutture e la realizzazione di nuovi campi da gioco, nonché l’ampliamento degli spazi usufruibili da parte dei tesserati rossoblù. Una scelta che, a distanza di due anni, si sta rivelando vincente.

Il Centro Tecnico: note tecniche sulla struttura principale

Sviluppato su un’area di 1678 metri quadri, si articola in due ali, una dedicata al Settore Giovanile ed una alla Prima Squadra. L’edificio è stato costruito con caratteristiche energetiche all’avanguardia, con la percentuale di copertura dei fabbisogni elettrici mediante energia autoprodotta che è pari al 100%. La presenza di pannelli fotovoltaici sul tetto consente infatti di generare una potenza di 63,84 Kw per una produzione elettrica annua di oltre 69000 kWh. Il cogeneratore alimentato dai pannelli fotovoltaici sviluppa inoltre una potenza termica di 39 kW e una potenza elettrica di 20 kW, cui si aggiunge un sistema di raccolta delle acque meteoriche per scopi di irrigazione. I lavori di costruzione della nuova area, iniziati a luglio 2016, sono stati affidati a un’associazione temporanea d’imprese (ATI) composta da Ter Costruzioni Srl (azienda capofila) e S.A.P.A.B.A. Spa con l’impegno giornaliero di circa 40 persone per un totale di 90000 ore di lavoro, mentre gli allestimenti interni sono stati curati dal Gruppo Sabatini Srl.

Il Centro Tecnico: gli ambienti della struttura principale

Entrando all’interno dell’impianto, la prima cosa in cui ci si imbatte è il design all’avanguardia della struttura, con illuminazione a led e il centro di accoglienza situato alla destra dell’entrata. Nelle immediate vicinanze troviamo l’area ristorante. Appena usciti dalla zona dedicata alla ristorazione, alla destra della medesima c’è una sala polifunzionale: in questa sala i giocatori possono ritrovarsi per spendere il loro tempo libero; altro utilizzo a cui è adibito questo spazio è quello delle interviste, uno spazio in cui i giocatori si concedono singolarmente ai giornalisti. Proseguendo all’interno del Centro Tecnico ci imbattiamo nella sala conferenze, situata nei pressi dell’ingresso e che ospita ogni settimana l’allenatore, che di fronte alla stampa fa il punto sugli impegni che attendono la propria squadra. Addentrandoci ulteriormente nell’edificio, troviamo la palestra dedicata agli atleti, dotata di tutti gli strumenti necessari per le esercitazioni finalizzate all’aumento di tutti gli aspetti atletici dei giocatori, con l’aiuto all’occorrenza dell’Isokinetic, la struttura sanitaria “vicina di casa” del Bologna, nel caso di terapie mirate per il recupero o lo smaltimento di infortuni. A questo punto la struttura si divide in due parti: quella dedicata alla Prima Squadra e quella dedicata al Settore Giovanile. Nella prima troviamo uffici per i “match analysis”, spogliatoi per lo staff tecnico, nonché sale mediche e fisioterapiche. Lo spogliatoio dedicato ai giocatori ha accesso diretto al campo di gioco principale, oltre ad avere un collegamento ad una stanza con vasche per il ghiaccio, sauna e una piscina con acqua riscaldata per un’attività di nuoto con corrente contraria. Nell’ala dedicata al Settore Giovanile sono presenti invece ben 5 spogliatoi, uno per ogni classe d’età (Primavera, Under17, Under16, Under15 e Giovanissimi), due spogliatoi per lo staff tecnico, una sala dedicata a massaggi e fisioterapia, il magazzino e la lavanderia.

Terminati gli spazi dedicati a giocatori e staff tecnico, al primo piano dell’edificio troviamo gli uffici, dove si svolgono i compiti amministrativi e dove prendono vita la maggior parte delle iniziative rossoblù.

Il Centro Tecnico: i campi di gioco

All’esterno troviamo i campi di allenamento, dove i giocatori del Bologna cementano le nozioni tattiche del mister, allenandosi anche sul piano atletico. Quattro i terreni di gioco dedicati alla Prima Squadra e altrettanti quelli dedicati al Settore Giovanile, con un campo a testa realizzato con un innovativo materiale sintetico: una struttura bicolore a doppia sezione che garantisce la resilienza del filato.

I campi di gioco dedicati alla Prima Squadra sono così disposti: quello principale (ben visibile anche dalla tangenziale) è vicino all’ingresso del Centro Tecnico ed è situato vicino ad una collinetta, che funge da tribuna per tutti i tifosi che desiderano seguire gli allenamenti o le amichevoli della squadra. Il secondo campo è quello in sintetico misto, subito adiacente al primo e di recente sviluppo. Il terzo campo è il più vicino alla struttura principale di Casteldebole, mentre il quarto ed ultimo terreno di gioco è quello centrale, situato nel centro dei terreni di proprietà del Bologna ed oscurato da una recinzione, cui sono agganciati dei teli che impediscono la visuale dall’esterno.

Costeggiando l’Isokinetic, si giunge alla sezione dedicata al Settore Giovanile: un ampio spazio situato al di sotto del livello di tutte le altre strutture, che contiene un campo sviluppato in sintetico misto, più tre campi “all’inglese”, ovvero tre terreni di gioco contigui e senza divisioni di sorta.

Il Centro Tecnico: le caratteristiche dei campi di gioco

Nonostante la maggioranza dei rettangoli verdi di cui usufruisce il Bologna siano composti da erba naturale, l’attenzione della società felsinea si è spostata anche su nuove tecniche di costituzione di manti erbosi, al fine di praticare attività atletiche anche in condizioni climatiche avverse. Discorso che si è concretizzato a Casteldebole, con due campi in materiale sintetico. Le peculiarità di questi ultimi sono la particolare superficie corrugata dei filamenti, che riduce sensibilmente i coefficienti di abrasione e di rifrazione della luce, oltre a garantire un aspetto naturale e ad assicurare un costante ritorno della fibra in posizione verticale dopo il calpestio. L’innovativa formula dell’intasamento prestazionale, composto da un mix di materiale organico di origine vegetale e PFU nobilitato, associato all’utilizzo di un sotto-tappeto elastico prestazionale anch’esso in PFU nobilitato, garantiscono performance di alto livello rispondendo anche alle esigenze dei giocatori professionisti e nello specifico: alte prestazioni, grazie alle capacità elastiche del PFU nobilitato; comfort e bassa temperatura, grazie alla capacità igroscopica dell’intaso organico; massima drenabilità e compattazione limitata, grazie all’interazione delle due componenti; splash e migrazione dell’intaso contenuta. Ma non è finita qui: per comprendere meglio la relazione che si instaura tra la nuova area di gioco e gli atleti, nei primi 6 mesi del 2017 è stato condotto presso il centro del Bologna Fc 1909 uno studio a cura dall’equipe del prof. Mauro Testa – esperto internazionale di biomeccanica – in collaborazione con la società Captiks, per analizzare le attività sportive dei calciatori su due diverse superfici di gioco, quella del nuovo campo con manto in erba sintetica e quella del campo in erba naturale. Otto giocatori professionisti sono stati analizzati tramite l’utilizzo di sensori inerziali sia durante una serie di partite 5 contro 5 di 5 minuti ciascuna con recupero di 1 minuto, che durante lo svolgimento di esercizi e giochi di posizione concordati con lo staff tecnico del Bologna con l’obiettivo di simulare il più possibile una reale esperienza di gioco (salto a piedi uniti di un ostacolo di 50 cm seguito da uno sprint di 30m con cambio di direzione di 180°). Attraverso specifici sensori applicati sui giocatori, è stato possibile misurare le risposte ottenute a livello atletico sulle differenti superfici, attraverso lo svolgimento di sei test, tre per terreno e compiuti in diversi periodi della stagione. Cinque i parametri presi in considerazione: costo attività (il carico esterno sviluppato dall’atleta durante la sessione di allenamento), shock impact (rileva la forza esercitata dal suolo sull’intero corpo con cui è in contatto), intensità (indica la percentuale di tempo in cui l’atleta ha svolto attività ad alta, media, bassa e bassissima intensità), indice di prestazione (indica il livello medio di intensità tenuto nella sessione analizzata), e muscle load (indica il carico muscolare ed è rappresentativo del carico interno sviluppato dall’atleta durante la sessione di allenamento). I dati raccolti hanno infine evidenziato una similarità tra le due superfici, rendendo di fatto l’opzione della superficie sintetica un’ottima scelta per le società professionistiche.

I crediti per le specifiche tecniche riguardanti il manto erboso dei campi sintetici sono di www.sporteimpianti.it

Foto di Davide Centonze, Lele Carl Malaguti, Sara Melotti e Valentino Orsini

 

Qui di seguito il video e l’album fotografico del tour del Centro Tecnico

 

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