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Verso Benfica-Bologna: la storia delle Aquile di Lisbona

Mercoledì sera i rossoblù affronteranno il Benfica nel sesto turno di Champions League: un focus sul club portoghese

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Champions League, verso Benfica-Bologna
©Bologna FC 1909

Il sesto turno di Champions League è ormai alle porte: questa settimana il Bologna volerà a Lisbona per affrontare il Benfica, match che andrà in scena mercoledì sera alle 21 al Estádio da Luz. In queste ultime battute del torneo, gli uomini di Vincenzo Italiano daranno il tutto e per tutto per chiudere bene questa storica esperienza (nella quale è arrivata anche una rete nella scorsa gara contro il Lille). I portoghesi, però, saranno l’ennesimo avversario di livello per i rossoblù: con 9 punti, frutto di 2 sconfitte e 3 successi su Stella Rossa, Atlético Madrid e Monaco, la squadra allenata da Bruno Lage occupa il quattordicesimo posto in classifica, in piena zona play-off. Andiamo a conoscere meglio le Aquile di Lisbona. 

Benfica, una delle ” tre grandi” del calcio portoghese: chi sono i prossimi avversari del Bologna

Il Benfica, fondato a Lisbona nel 1904, si contraddistingue per le casacche biancorosse e per il simbolo dell’aquila (da cui arriva il soprannome Águias, “aquile” appunto). Fa parte delle “tre grandi” del calcio portoghese (Os Três Grandes) assieme allo Sporting Lisbona, con cui gioca il derby della capitale, e al Porto, con cui si sfida nel cosiddetto Clássico. Ciononostante, è proprio il Benfica la squadra più titolata della nazione: nella sua bacheca, tra il resto, brillano 38 campionati, 26 Coppe di Portogallo, 8 supercoppe nazionali e 2 Coppe dei Campioni/Champions League.

Nonostante fosse attiva dagli inizi del Novecento, la società biancorossa ha iniziato a conquistare il riconoscimento internazionale a partire dagli anni Sessanta: in questo periodo, chiamato “decennio d’oro”, il Benfica vinse la Coppa dei Campioni per due anni di seguito (1960-61 e 1961-62), prendendo parte a tre finali consecutive. Fu in questo periodo che si assistette all’ascesa di Eusébio, tra gli attaccanti più prolifici della storia del calcio portoghese nonché vincitore del titolo di capocannoniere del Portogallo per molte stagioni di seguito. Negli anni Settanta, la squadra conquistò poi un enorme numero di successi nazionali: tra il 1971 e il 1973, sotto la guida del tecnico inglese Jimmy Hagan, il Benfica stabilì il record europeo di vittorie consecutive in campionato, con 29 partite vinte di fila. Bisogna inoltre segnalare il record di presenze in Primeira Liga, dalla quale non è mai retrocesso (assieme a Sporting e Porto).

Dal periodo d’oro agli anni bui: viaggio all’inferno e ritorno

Dal 1994 al 2004, nonostante i numerosi campioni che ne indossavano la maglia, il Benfica ha invece attraversato un periodo nero, caratterizzato da pesanti sconfitte nelle competizioni internazionali e dal suo peggior piazzamento di sempre in Primeira Liga. La stagione 2003-2004, considerata l’ultima di questi anni difficili, fu poi segnata dalla tragica scomparsa del giovane calciatore Miklós Fehér, avvenuta in campo per un malore. Da allora, la maglia numero 29 è stata ritirata e al ragazzo è stata intitolata una statua. Unica nota positiva di questo decennio è l’inaugurazione del nuovo Estádio da Luz, tuttora soprannominato “la Cattedrale”.

Dal 2004, poi, ecco la ripresa. Sulla panchina si sono susseguiti numerosi allenatore (tra cui l’italiano Giovanni Trapattoni) e la squadra è tornata a ottenere consensi. Il suo ultimo scudetto (il 38esimo della sua storia) risale alla stagione 2022-2023, mentre la sua presenza nelle fasi finali di un torneo internazionale manca dal 2021.

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