Champions League
Beukema: «Slot mi voleva. A Liverpool ci ha fatto i complimenti per la Champions League»
Il difensore olandese, intervistato per Cronache di Spogliatoio, si è espresso su Thiago Motta e sul percorso in rossoblu che ha portato al traguardo Champions.
Sam Beukema, rossoblu dal 2023 e colonna portante della difesa di Vincenzo Italiano è stato intervistato per la produzione di “Una giornata con un calciatore di CHAMPIONS LEAGUE” da Giacomo Brunetti e Marco Canestrelli di Cronache di Spogliatoio. Dopo alcuni minuti introduttivi in cui il calciatore olandese si è cimentato nella realizzazione di alcune pietanze bolognesi, Beukema ha parlato delle sue sensazioni riguardo la città di Bologna e dello storico traguardo europeo raggiunto sotto la guida di Thiago Motta, aprendosi inoltre raccontando alcune curiosità e dettagli sulla sua carriera.
Una giornata con un giocatore di Champions League: Sam Beukema
Hai un legame con l’Italia che parte molto da lontano. «Mia madre ha vissuto in Emilia Romagna quasi dieci anni, a Riccione. Ci vado spesso in estate».
Thiago Motta lo hai definito un genio. «All’inizio era un pò strano, perchè mi ha chiesto appena arrivato di andare a centrocampo. Stavo iniziando a diventare un giocatore migliore, anche con i miei compagni. Ricordo, a livello di impatto strategico, un momento indimenticabile con il Torino, in cui dopo una azione è esploso di gioia con l’assistente».
Come cambia il tuo modo di interpretare il ruolo con Italiano? «Ci sono le differenze, ma nei dettagli. Anche ora noi difensori centrali possiamo avanzare. Questo lo facciamo anche ora, personalmente non è cambiato tanto. Non è cambiato molto rispetto alla scorsa stagione, ma difendiamo un pò più alto e secondo me stiamo facendo molto meglio rispetto all’inizio».
Come cambia il tuo modo di vivere la settimana il giocare ogni tre giorni? «Giocavo anche all’AZ in Conference. Personalmente mi piace giocare così spesso, è una possibilità in più per migliorarsi».
L’aneddoto che hai con Arne Slot? «Mi mostrò un video in cui giocavo nel Go Ahead Eagles, la mia prima squadra, avevo 20 anni. Stavo portando palla a centrocampo, in mezzo agli avversari. Mi fece notare alcuni dettagli del mio modo di giocare a cui non avevo fatto caso. Era appena diventato allenatore del Feyenoord e io ero all’AZ. Mi aveva chiesto se volessi giocare con lui, ai tempi del Feyenoord, che era la mia squadra preferita. Pensavo che sarei dovuto andare, perchè era il mio cuore a parlare. Poi, però, ho scelto un’altra strada e scelto di rimanere all’AZ, la cosa migliore per la mia carriera. Lui per me è uno degli allenatori più forti d’Olanda e anche d’Europa».
Ci hai parlato a Liverpool? «Ci ho parlato e mi ha fatto i complimenti, ma non solo a me anche alla squadra. Perchè abbiamo giocato bene, anche se abbiamo perso. Mi ha detto che era bello rivedersi in Champions League».
Il gruppo si è poi spostato verso una console per giocare al videogioco EAFC24, dove la conversazione è proseguita.
Calafiori ha quest’aura di cui si parla? «Grande difensore, abile anche col pallone tra i piedi. Ci sentiamo ancora».
Ci sono altri di Serie A con cui ti senti? «Reijnders del Milan, eravamo ex compagni di squadra».
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