Champions League
Bologna, Champions League e uno scotto ineluttabile
C’è un prezzo inevitabile da pagare quando da “novizia” ti presenti al cospetto della regina delle competizioni calcistiche: il Bologna lo sta imparando a sue spese
Per tanti che non hanno mai calcato i rettangoli da gioco a livello professionistico è difficile da capire. Ma quando i giocatori estraggono dal loro repertorio la frase fatta, «La Champions League è diversa», non stanno dicendo una banalità. Lo sta provando sulla propria pelle il Bologna al primo anno in Champions League dopo 60 anni lontano dalla massima competizione europea.
Il gruppo rossoblù anche ieri sera è andato incontro ad una sconfitta. La terza in quattro gare di questa Champions League per il Bologna. L’ennesima gara che lascia l’amaro in bocca per non essere riusciti a finalizzare. Un amaro che diventa quasi insopportabile per le papille gustative delle emozioni perché arrivato nel finale di una sfida contro un avversario di ottimo livello, ma evidentemente “abbordabile”.
Un difetto di esperienza
Forse qualcuno, vedendo le buone prestazioni esterne contro Liverpool e Aston Villa, si era illuso di poter bruciare le tappe della maturità. Maturità calcistica europea che si raggiunge solo con l’esperienza. Quella che manca al Bologna in Champions League, visto che tanti dei giocatori di Italiano non solo sono esordienti nella massima competizione europea, ma in generale nelle coppe europee. Insomma, un deficit, un vuoto da colmare che solo il tempo e la sperimentazione di certe situazioni può riempire.
Il Bologna sta pagando uno scotto ineluttabile alla grandezza e alla pressione della Champions League. Anche il più banale di palloni pesa di più. Sai che hai gli occhi di tanti tifosi puntata addosso, sai che cosa significa incidere sulla stagione europea di un club a livello economico, storico e di blasone. È un peso che va gestito. E chi è più abituato di te lo sa gestire e lo sfrutta a proprio vantaggio. Come è accaduto ieri col Monaco, in possesso di una rosa con tanti giocatori non espertissimi, ma già da tempo nel giro delle coppe europee.
Il Bologna in Champions League con una difficoltà in più
Lo stesso scotto, le stesse difficoltà le aveva incontrate anche nel 2019 l’Atalanta di Sartori e Gasperini. Quando si qualificò per la prima volta alla massima competizione europea, trovò nel gironcino a quattro squadra Shakhtar Donetsk, Dinamo Zagabria e Manchester City.
Il girone di andata di quella prima fase della vecchia formula della Champions fu un incubo per la formazione bergamasco. Arrivarono tre ko, di cui due durissimi contro il City e all’esordio contro la Dinamo Zagabria. Poi al ritorno, la Dea “immersa” nell’atmosfera della Champions, ruscì con 7 punti a qualificarsi per gli ottavi da 2^.
Se il Bologna non ha avuto lo shock della dura sconfitta all’esordio, sta pagando la differenza d’esperienza in queste prime gare. Tuttavia, il Bologna di Italiano deve fare i conti con una Champions League molto diversa da quella che incontrò l’Atalanta di Gasperini. Allora i nerazzurri dovettero adattarsi all’atmosfera e al livello della competizione, ma dopo le prime tre gare conoscevano tutti e tre gli avversari. Motivo per cui fu decisamente più difficile preparare le gare e raggiungere risultati positivi.
In questa edizione, rinnovata, i rossoblù incontreranno otto avversari diversi. Un elemento di complicazione che va ad inserirsi nell’ambito di una serie importante di difficoltà già piuttosto complesse da affrontare.
Ecco, perché è certamente giusto chiedere di più al Bologna, che in quattro gare non ha mai segnato, ma è altrettanto vero che questo è un passaggio inevitabile. Un momento difficile che sarà utili ad affrontare quelle che ci si augura saranno le sfide europee dei prossimi anni.
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