Champions League
La giornata rossoblu nel tempio del calcio (Corriere di Bologna)
Liverpool-Bologna non è durata solo 90 minuti, ma c’è stato un prima e un dopo che ha unito le due tifoserie, permettendo alla nostra di immergersi per 24/48 ore nella vita della cittadina inglese.
Di ciò che si è visto in campo, in Liverpool-Bologna, abbiamo parlato più e più volte. Un grande Bologna, capace di mettere in difficoltà a più riprese i ragazzi di Arne Slot, ha stupito tutti i tifosi che di certo non si aspettavano una sfida così combattuta. Ma, come già hanno riportato i nostri inviati, la gara è stata ancora più emozionante per chi l’ha vissuta dal settore ospiti del tempio di Anfield Road. Specialmente per coloro che hanno condito l’esperienza “calcistica” con una giornata in una città tutta da scoprire.
Corteo d’onore per il Bologna
Nel ricco corteo dei 3000 bolognesi, non è mancato qualche ospite speciale, tra cantanti (Cremonini e Morandi) e politici, come il sindaco Matteo Lepore. Ma per un giorno sono stati tutti “semplici” tifosi rossoblu, accomunati da una passione che fa viaggiare, fisicamente e con la fantasia. Il sogno così, ha lasciato spazio a momenti indimenticabili per le vie della città di Liverpool.
Esemplare l’ormai virale esibizione di Gianni Morandi, che ha cantato a cappella “C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones” davanti al museo della band cittadina. Oppure le chiacchiere, su Zirkzee e Calafiori, coi tifosi inglesi. Tifosi che nemmeno sanno dove sia fisicamente Bologna. Questa è la poesia del calcio: lo sport che trasporta i popoli, e li muove, creando autentici pellegrinaggi d’eccezione.
Post partita Liverpool-Bologna
In un quasi rugbystico terzo tempo, i tifosi delle due squadre si sono alternati nei pub, chi per una birra, chi per un fish and chips. Ed è stato a quel punto che i 3000 bolognesi hanno ricevuto i complimenti per il tifo. Insomma, 2-0 che tranquillizza loro, contenti, e inorgoglisce noi, perché una prestazione di carattere come questa non era affatto scontata.
Infine, la giornata si è conclusa quasi da tutti con la partenza in notturna, tra le 4 e le 6 di mattino l’arrivo a Bologna, e, per molti, via al lavoro. Perché, come sempre, la cosa più bella di un sogno, è poterlo condire con la normalità. Nonostante la stanchezza, nonostante l’emozione.
(Fonte Corriere di Bologna, Luca Aquino)
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