Bologna FC
Chi più spende (alle volte) male spende – Ladislav Krejci
Come ogni mercoledì, torna il consueto appuntamento con la rubrica dedicata agli acquisti più costosi degli ultimi sette anni del Bologna, calciatori che poi si sono rivelati poco funzionali per la squadra.
L’articolo di oggi è dedicato a Ladislav Krejci, giunto sotto le due torri nell’estate di sei anni fa, nel 2016. Krejci, oltre a essere il primo ceco della storia del Bologna, fu anche una delle prime operazioni di mercato dell’allora direttore sportivo rossoblù Riccardo Bigon.
A quel tempo, Krejci era considerato uno dei migliori talenti in Repubblica Ceca. Tuttavia, restava l’incognita legata al fatto che il giocatore avrebbe dovuto fare un salto importante: dal campionato ceco alla Serie A. L’esterno sinistro militava allora nello Sparta Praga, club con il quale in sei anni aveva collezionato 130 presenze e 25 reti.
Il Bologna riuscì a chiudere la trattativa sulla base di un esborso corrispondente a 3,8 milioni di euro, con tanto di contratto quadriennale da 550.000 mila euro all’anno.
Ad ogni modo, la prima stagione di Krejci sotto le due torri partì nel miglior modo possibile: esordio con gol nella gara di Coppa Italia (vinta dal Bologna sul Trapani 2-0) e titolo di MVP del mese di settembre. Tant’è che proprio l’esterno ceco risultò essere il giocatore più utilizzato dall’allora tecnico rossoblù, Roberto Donadoni: 37 presenze quell’anno in stagione per Krejci, condite da due reti. La prima, come detto, all’esordio in Coppa Italia, la seconda a Pescara mettendo a segno il 3-0 su rigore.
Le sue sgroppate sulla fascia sinistra e la sua abilità nel servire i compagni avevano fatto sì che anche con la tifoseria si creasse un certo feeling.
Insomma, le premesse dopo 12 mesi sembravano rosee, e ci si era anche stupiti della grande facilità con la quale il giocatore si era ambientato nel campionato italiano.
Tuttavia, la seconda stagione in maglia rossoblù non fu altrettanto positiva. A fine stagione, il tabellino delle presenze di Krejci ne registrava appena 12, e nemmeno una rete segnata. In attacco, lo spazio era abbastanza chiuso per il calciatore ceco, alla luce del fatto che il Bologna aveva in rosa nel ruolo di esterni d’attacco Federico Di Francesco e, soprattutto, Simone Verdi.
L’anno successivo, con il passaggio da Donadoni a Filippo Inzaghi sulla panchina del Bologna, Krejci ritrovò una momentanea continuità. Tuttavia, se con Donadoni nel 4-3-3 Krejci era stato abituato a giocare come esterno d’attacco, nel 3-5-2 messo in atto da Inzaghi, il calciatore ceco venne posizionato nel ruolo di esterno di centrocampo, vedendosi arretrare non di poco il suo raggio d’azione. Raggio d’azione che arretrò ancora di più con l’arrivo di Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo lo impiegò, infatti, principalmente come esterno sinistro nella difesa a quattro. Era evidente che Krejci avesse doti prevalentemente offensive, e che in fase di copertura faticasse parecchio.
Motivo per cui, nel suo ultimo anno sotto le due torri, con Mihajlovic, Krejci giocò solo 15 partite, riuscendo però a segnare una rete, nel 2-2 contro la Lazio al Dall’Ara.
Terminata l’annata 2019/2020, il contratto dell’esterno ceco non venne rinnovato, e Krejci nel mese di agosto fece ritorno a titolo definitivo allo Sparta Praga, club con il quale negli ultimi due anni ha giocato 30 partite e segnato 4 reti.
Come spiegarsi, quindi, una simile involuzione nei suoi anni sotto le due torri, dopo un primo campionato da protagonista? Probabilmente, ciò è dovuto al fatto che nel suo primo anno di Serie A, Krejci era di fatto un giocatore dalle caratteristiche semi sconosciute, motivo per cui gli era facile risultare imprevedibile sul campo. Questo ha portato, inevitabilmente, a sopravvalutare il reale valore del calciatore.
Con il tempo, infatti, gli avversari hanno imparato a conoscerlo, e infatti dalla seconda stagione in avanti l’esterno ha faticato parecchio a incidere.
Resta il fatto che, se si somma la cifra pagata dal Bologna per il cartellino e quella dell’ingaggio, si arriva a un totale di quasi 6 milioni di euro. Cifra parecchio alta per un esterno che in quattro anni ha segnato solo 3 reti, ma che soprattutto non sempre ha fornito prestazioni all’altezza.
L’impressione è che la sua dimensione ideale sia (e rimarrà) il campionato ceco.
(Fonti: Gazzetta, Transfermarkt)
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