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Colomba: “Momento difficile per il Verona” – 5 nov

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Franco Colomba, ex allenatore del Bologna di cui è tifoso e nel quale giocò complessivamente otto anni, debuttando in serie A nel campionato 73-74, definisce il suo punto della situazione riguardante la squadra felsinea in un’intervista esclusiva di 1000cuorirossoblu.

Mister, è finalmente arrivata una vittoria molto pesante per i rossoblu, ha notato qualche particolare cambiamento nella squadra?
Secondo me c’è stata una presa di coscienza da parte di ogni giocatore del Bologna. In più, la buona sorte ha finalmente deciso di stare dalla nostra parte. Con il cambio di allenatore, gli atleti si sono sentiti sulle spalle un senso di responsabilità in più perché ora tocca davvero a loro. Sicuramente Donadoni arriva in un buon momento, siccome ha a disposizione un ottimo giocatore come  Giaccherini che ha ritrovato le condizioni fisiche necessarie per essere utile alla squadra.  

Mattia Destro è tornato a gonfiare la rete dopo un digiuno durato più di 700 minuti. Secondo lei si è davvero sbloccato?
Il “blocco del gol” è sempre un grosso problema per ogni attaccante, e tutti in carriera passano un periodo a digiuno di reti. Quando però si torna a segnare, ci si sente psicologicamente liberi e più leggeri. Non posso sapere se Mattia abbia definitivamente saltato questo ostacolo, ma di sicuro questa rete è un’ottima spinta verso un futuro prolifico, tecnicamente parlando.

Dando un’occhiata all’attuale rosa del Bologna, c’è qualche giocatore particolarmente dotato che ha attirato la sua attenzione?
Ci sono molti giocatori di qualità. Il reparto avanzato, anche se non è stato molto produttivo, può vantare della presenza di Brienza e Mounier che sono ottimi giocatori. Il centrocampo è molto giovane, ma caratterizzato da giovani di buone prospettive. Stessa cosa vale per il reparto difensivo, però qualche volta la gioventù porta a commettere certi errori ingenui che cambiano completamente le sorti di una partita. Piano piano si cresce. A mio avviso, Giaccherini potrebbe essere colui che si farà carico della squadra e trasmetterà ai meno esperti un po’ di personalità, siccome ha molta esperienza alle spalle e ha giocato in campionati anche molto più competitivi della serie A. Lo stesso discorso vale per Brienza, Mirante, Brighi oppure Gastaldello. Vedo in loro la capacità di essere dei giocatori di riferimento.

Sabato il Bologna affronterà una sua ex squadra: Il Verona. Punti di forza e punti deboli di questa formazione?
Il Verona ha fatto molto bene negli ultimi anni, ma ciò è stato possibile grazie Luca Toni, che era il piedistallo che permetteva alla squadra di rimanere in piedi. La sua assenza è molto pesante, siccome la formazione era stata costruita secondo dei meccanismi impostati in funzione sua, che adesso vengono a mancare. A mio avviso, è un momento molto delicato per loro. Non sono più abituati a dover lottare per la salvezza da ormai un paio d’anni quindi riscontreranno molte difficoltà a livello psicologico.

Secondo lei, il Bologna che cosa ha in più e in meno rispetto le sue dirette concorrenti?
Innanzitutto, Bologna ha una società forte. In questo momento, la squadra ha ritrovato il giusto entusiasmo che le altre non hanno. I giocatori e l’allenatore devono sfruttare questo particolare periodo positivo per dare una svolta decisiva alla stagione. Devono cavalcare l’onda dell’ultimo risultato.

Ed ora concentriamoci un po’ su di lei, ci vuole raccontare qualcosa della sua esperienza in India?
Questa esperienza è nata casualmente e l’ho accettata per curiosità e fascino nei confronti di un paese che non conoscevo. Il livello del calcio indiano è davvero basso e dovranno crescere lavorando sulle accademie e scuole calcio perché questo è l’unico modo per crescere giocatori con delle basi tecniche solide. Credo che ci vorrà ancora molto tempo prima di sentir parlare di Indian Super League. E’ stata una bellissima esperienza perché ho avuto l’onore di essere il primo pioniere, in più mio figlio è stato il primo giocatore italiano a fare gol in india. Sono soddisfazioni. Ora vorrei ritagliarmi uno spazio in Italia.

Nella neonata lega indiana, ha scoperto qualche giovane di talento che vorrebbe lanciare nel mondo del calcio?
Non ho visto dei giocatori particolarmente dotati in India. Voglio ricordare che il loro sport primario è il cricket, sono dei veri campioni e sono primi al mondo. Il calcio è una disciplina ancora troppo arretrata. Se ne parlerà tra qualche anno.

 

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