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Colpa di tutti, ma non tutti potranno pagare – 15 mag

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Quei fischi, quelle urla, quegli insulti, quel coro “meritiamo di più” e quel forte senso di distaccamento tra squadra e tifosi non potrà passare inosservato dalla dirigenza rossoblù, che ora non può più nascondere la polvere sotto al tappeto, e affrontare una situazione che è diventata insostenibile e troppo pesante.
Lo strappo tra Donadoni e i tifosi in realtà si era avvertito già nel match contro la Roma, quando nel momento del cambio di Simone Verdi, arrivò una pioggia di fischi solo per il mister, colpevole di non aver tolto Palacio. In quel caso quei “buu” furono fortemente ingiusti, perchè fin dall’inizio Donadoni aveva imbrigliato la squadra di Di Francesco con delle mosse tattiche azzeccatissime, e oltretutto in quel momento della partita serviva un esterno fresco come Krejci per coprire la fascia, più che una prima punta al posto di un esausto Palacio.

Domenica pomeriggio ancora fischi, sempre per un cambio, quello deciso dopo appena 5 minuti dall’inizio della seconda frazione, che ha visto uscire Mattia Destro. Il 10 non stava benissimo, questo bisogna dirlo, dopo l’infortunio la condizione non era di certo delle migliori, ma subito dopo il pari di Giaccherini, non era meglio insistere con Mattia? Magari tenendolo in campo quei 10 minuti in più…Non sono io l’allenatore, e mi verrebbe da dire menomale per certi versi, ma il controllo anche successivo al cambio di Destro è stato quantomeno discutibile, con una gestione dei cambi particolare.
A questo punto forse l’addio di Donadoni è l’unica soluzione possibile, perchè nell’aria si sente troppo il malcontento nei suoi confronti, e se dovesse rimanere la scommessa della società sarebbe enorme, con il rischio di ricadute alla minima difficoltà nella prossima stagione. Saputo e soci potrebbero puntare ancora sul mister bergamasco, sperando di zittire tutti i critici con un super campionato l’anno prossimo, ma i dubbi sono tanti, e ripartire con entusiasmo dopo una stagione così anonima, ma soprattutto terminata nel peggiore dei modi, è quantomai complicato.

E i giocatori? E Bigon? E Saputo? E Fenucci? E Di Vaio?. Colpa di tutti. Quando si fa male, così male, vuol dire che tutti i pezzi della macchina hanno sbagliato qualcosa, chi più e chi meno, ma tutti nel corso dell’anno hanno toppato qualche scelta e qualche mossa strategica.
Fare una rivoluzione tecnica, cambiando anche il direttore sportivo (che ha appena rinnovato) sarebbe un errore e un azzardo, ma sicuramente nell’eventualità di un cambio in panchina, bisognerà guardare in faccia i membri della rosa, e domandargli se si vuole crescere o meno, perchè in troppe occasioni i rossoblù hanno dato dimostrazione di poca grinta, scarso cuore e una determinazione zerica, che insieme ai molti errori dell’allenatore hanno portato il Bologna in questa situazione.

Se domenica a Udine si vince si raggiunge quota 42 punti, cioè meglio dell’anno scorso, se si perde si raggiunge quota 21 sconfitte, cioè il nuovo record negativo nella storia del Club. In caso di 3 punti non si dovrà parlare di stagione positiva e tutto sommato obiettivo centrato, perchè quello di domenica è forse il punto più basso della gestione Donadoni, non tanto per il risultato, ma per uno scollamento che si avverte nell’aria.

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