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Colucci: «A Italiano bisogna dare modo di incidere»

L’ex rossoblù, Leonardo Colucci, ha parlato di questo nuovo Bologna guidato da Vincenzo Italiano. Ecco di seguito le sue parole.

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Dedica Tifosi Bologna-Juventus 3-3 2023/224
Tifosi rossoblù (© Damiano Fiorentini)

Lo scorso sabato Leonardo Colucci era al Dall’Ara per assistere a Bologna-Empoli, ma la sua storia con il Bologna ha radici profonde. È stato protagonista in campo nel 2002, durante la sfida di Intertoto contro il Fulham, l’ultimo capitolo europeo del club prima del ritorno in Champions League.

Conosciuto e apprezzato dai tifosi per il suo spirito da combattente, Colucci ha indossato la maglia rossoblù fino al 2006. Successivamente, ha allenato le giovanili del Bologna tra il 2012 e il 2016, prima di intraprendere diverse esperienze in Serie C, tra cui l’ultima alla Spal. L’ex rossoblù è protagonista di un’intervista sul Corriere di Bologna, nella quale esprime il suo punto di vista su questo Bologna. Di seguito sono riportate le sue parole.

Le parole di Leonardo Colucci

Quale Bologna ha ritrovato Colucci nella partita contro l’Empoli?
«Una squadra che ha bisogno di lavorare, com’è nomale che sia. Quest’estate Italiano ha avuto tanti nazionali solo in corso d’opera, con l’aggiunta di qualche infortunio pesante: serve un risultato positivo per aumentare l’autostima».

Con l’arrivo della Champions, il tempo per lavorare sarà sempre più ridotto, non pensa?
«Si corre di più e ci si allena di meno, le partite portano porteranno via energie fisiche e mentali. Le difficoltà aumenteranno e tutti dovranno avere pazienza: il campionato passato, per certi versi, è irripetibile. Ora serve pazienza, sono andati via giocatori importanti, alcuni sono infortunati: bisogna dare fiducia al lavoro di Italiano».

Colucci sulla trasferta ad Anfield e il ricordo di Loftus Road: «Ricordo ancora quella tripletta di Inamoto: giocammo un buon torneo, poi beccammo gli inglesi e l’accoppiamento non fu fortunato, perché in Premier già ad agosto vanno a duemila all’ora. La Champions è un premio per i tifosi rossoblu, ritrovare l’Europa sarà speciale e le prime due trasferte sono subito in Inghilterra. A Bologna bisogna essere orgogliosi di quanto fatto e il ringraziamento parte da Saputo: quando ero ad allenare le giovanili si insedio, ricordo che disse che step by step, con il tempo, si sarebbe arrivati in Europa».

Quali sfide aspettano Italiano?
«Di sicuro non saranno facili. Lo conosco, è una persona leale e ha fatto bene a dire quelle cose dopo l’Empoli: se stiamo a pensare a ciò che poteva essere e non è stato, si perde solo tempo. È necessario azzerare: ogni allenatore ha le sue idee, bisogna dargli modo di incidere. Le vittorie aiutano l’entusiasmo e viene tutto più facile: è mancato il successo con l’Udinese, che invece sarebbe stato meritato».

Italiano ha bisogno di più dai suoi centravanti?
«Prima c’era Zirkzee che negli ultimi 30 metri risolveva tutto con le sue giocate: faceva giocare bene la squadra. Quelli come Joshua sono capaci di aprire varchi nelle difese avversarie con una sola giocata. Per Castro e Dallinga è diverso: servirà un po’ di tempo perché entrino nella mentalità della serie A e nel gioco di Italiano».

Con lo Shakhtar quattro giorni dopo la sfida contro il Como, c’è il rischio di perdere concentrazione?
«La testa va tutta a Como: se si va già alla Champions si fa un errore. Quella di Fabregas è una buona squadra, ma sempre una partita alla volta».

Fonte: Alessandro Mossini, Il Corriere di Bologna

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