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Come gioca il Genoa di Alberto Gilardino?

Focus sul modo di stare della formazione ligure rossoblù

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Alberto Gilardino sulla panchina del Genoa
Alberto Gilardino (© Genoa CFC)

È stata l’ultima gara della scorsa annata sportiva ed è coincisa con l’ultima gara di Thiago Motta sulla panchina rossoblù. Domani Genoa-Bologna rischia di essere l’ultima gara di Alberto Gilardino sulla panchina del Grifone. Nonostante in casa rossoblù ci siano opinioni contrastanti.

Il tecnico piemontese è finito incredibilmente sulla graticola a seguito delle prime difficoltà incontrate da quando siede sulla panchina del Genoa. Difficoltà dovute ad una campagna acquisti deficitaria e una serie di problemi fisici che hanno minato la solidità del Genoa e la continuità del progetto del tecnico. Insomma, difficoltà assortite difficilmente ascrivibili a Gila. Eppure, domani, al “Luigi Ferraris” l’ex giocatore di Bologna e appunto Genoa rischia seriamente la panchina. Ma come gioca la sua squadra?

Il Genoa di Gilardino: 3-5-2 e solidità

Dal suo arrivo sulla panchina del Genoa, prima ad interim e poi venendo confermato grazie ai primi ottimi risultati, Alberto Gilardino ha sempre optato per il modulo 3-5-2. Uno schema di gioco che ha consentito alla squadra ligure di conquistare la promozione in Serie A grazie ad un filotto di 22 gare senza quasi mai perdere. E poi ad una salvezza serena e tranquilla lo scorso anno.

L’ex tecnico, tra le altre, del Siena, per il suo Genoa è ripartito dalla solidità difensiva. Il primo elemento curato è stato quello della fase difensiva. In non possesso i rossoblù hanno cominciato a difendersi con un

Alberto Gilardino

Alberto Gilardino (© Genoa CFC)

blocco basso e una linea cinque di difensore coperti anche da centrocampo e attaccanti. Il Grifone ha assunto un atteggiamento reattivo: aspettare e ripartire, sfruttando gli spazi e la profondità. Elemento centrale di questa manovra era Albert Gudmundsson. L’islandese grazie alla sua tecnica e alla sua visione di gioco è stato un legante perfetto per centrocampo e attacco e un abile rifinitore delle azioni a campo aperto.

Elementi che, a causa delle difficoltà del mercato e dei continui stop fisici, il Genoa non ha mostrato in questa prima parte di campionato.

Consolidamento e gioco sulle fasce

Acquisita la necessaria solidità in fase di non possesso, il Genoa di Gilardino ha lavorato anche sulla fase offensiva. Soprattutto nella passata stagione, con la necessità di arrivare con più qualità in avanti per segnare ha cominciato a lavorare molto meglio in possesso. I liguri hanno implementato, anche grazie alla qualità degli elementi portati in rossoblù, una fase di possesso più ragionata e più precisa. Contemporaneamente, col calciomercato 2023 hanno alzato la qualità complessiva delle fasce.

Il gioco sulle fasce è diventato fondamentale. Con l’esterno a tutta fascia, la mezzala di riferimento, la seconda punta che svariava (quasi sempre Gudmundsson) e talvolta anche le sovrapposizioni dei braccetti centrali della difesa a tre, il Genoa di * ha sempre cercato di creare situazioni di superiorità sulle fasce.
In ripartenza, invece, il Grifone ama appoggiarsi sul centravanti o servirlo in profondità.
Con l’addio di Gudmundsson e Retegui, tutti questi elementi del gioco del Genoa di * sono venuti meno o hanno subito una regressione in termini di qualità. Come è evidente che sia passare dalla coppia Gudmundsson-Retegui alla coppia Messias-Pinamonti, implica una diminuzione nella produzione offensiva. Inoltre, i continui ko fisici a centrocampo, sulle fasce e in difesa ha creato questa situazione di difficoltà dei rossoblù.

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