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Come gioca il Torino di Paolo Vanoli?

La formazione granata allenata dall’ex tecnico di Venezia e Sparta Mosca ha dovuto mutare la propria pelle in corso di stagione. Un problema in più per mister Vanoli che ha dovuto rivedere l’atteggiamento della sua squadra a seguito dell’infortunio di Capitan Zapata

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Paolo Vanoli, allenatore Torino
Paolo Vanoli (© Torino FC 1906)

Domani alle 15, all’Olimpico “Grande Torino”, il Bologna fa visita in casa della formazione granata. Dopo tre stagioni con Juric, i piemontesi hanno deciso di ripartire da un nuovo tecnico. La scelta, dopo settimane di trattative, è ricaduta su Paolo Vanoli, per cui il Torino ha pagato anche una clausola rescissoria al Venezia.

Classe 1972, Vanoli è arrivato su una panchina di Serie A come quella del Torino dopo una lunga gavetta. Il tecnico varesino ha come mentore Antonio Conte, di cui è stato a lungo collaboratore. E proprio dal tecnico salentino ha rubato alcune “ricette” del suo calcio. Il Torino di Vanoli è una squadra molto quadrata, verticale e quindi reattiva.

Il modulo e l’atteggiamento in campo del Torino di Vanoli

Il tecnico varesino è ripartito da un progetto tecnico simile a quello precedente. La formazione granata sotto la guida di Vanoli, infatti, è ripartita dalla difesa a tre e pensando di schierare la sua squadra con alcuni moduli simili. La scelta è ricaduta sul 3-5-2, l’ultimo schieramento in campo utilizzato anche dal suo predecessore Ivan Juric.
Le sue squadre sono molto abili nel costruire un sistema difensivo efficace nella fase di non possesso, che ama sia attendere che pressare per poi sfruttare il gioco verticale e gli spazi lasciati dagli avversari in contropiede. Le contingenze della stagione hanno portato il mister granata a fare scelte leggermente diverse…

Cambio di mentalità

Il Torino di Paolo Vanoli ad inizio stagione aveva optato per un atteggiamento aggressivo alla ricerca di un’aggressione più alta, recupero palla e ripartenze rapide. Un modo di stare in campo che permetteva ai granata di essere più performante in avanti e attaccare più facilmente la porta con diversi uomini. Questo modo di giocare ha sortito effetti molto positivi nelle primissime giornate, quando grazie a Zapata, il Torino aveva un finalizzatore importante al centro dell’attacco, in grado di accentrare il gioco e creare spazi sulle fasce, per gli attaccanti e il compagno d’attacco.

Con l’infortunio dell’ex Atalanta, questo progetto tattico è fallito. Nel corso delle settimane, il Torino di Vanoli ha avuto un grande contraccolpo psicologico e tecnico. I granata hanno progressivamente perso efficacia in attacco e si sono sempre più esposti alle ripartenze avversarie.
Nelle ultime settimane, pian piano, la squadra ha abbassato il livello di aggressività in avanti, optando per il baricentro basso, il gioco reattivo e ancora più verticale di prima. Una scelta che ha fatto ritrovare alla squadra piemontese una solidità difensiva che aveva perso.

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