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Come gioca la Lazio di Marco Baroni? Due moduli, la stessa mentalità propositiva

Il modulo e il modo di stare in campo e di giocare della formazione biancoceleste dell’ex tecnico di Lecce e Verona

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Marco Baroni
Marco Baroni (© SS Lazio)

Posticipo domenicale, nel palcoscenico dell’Olimpico. Il big match contro la Lazio di Baroni può confermare o bloccare la crescita del Bologna. Un banco di prova importante contro una delle squadre più in forma del torneo.

La Lazio è una squadra quadrata, matura, temibile, propositiva e pericolosa. Ovviamente ha anche dei difetti, come una discreta fragilità difensiva, e i suoi singoli non rappresentano l’eccellenza del nostro campionato. Sono tanti i motivi, anche tra quelli positivi, che possono far ben sperare che il Bologna di Italiano metta in difficoltà la Lazio di Baroni.

Due moduli e un’interpretazione

Dopo l’interregno di Igor Tudor con la difesa a tre. La Lazio è tornata alla difesa a quattro e ha messo in mostra un avvio di stagione molto positivo. Baroni sta alternando due moduli: il 4-3-3 e il 4-2-3-1. Due moduli simili che però garantiscono al tecnico toscano due atteggiamenti in campo diversi per la sua squadra.

Baroni aveva scelto inizialmente il 4-3-3, ottenendo risposte altalenanti dalla sua Lazio. Col passaggio al 4-2-3-1, i biancocelesti sono sbocciati diventando una delle squadre più efficaci del torneo. Baroni tuttavia recentemente, per affrontare squadre con un centrocampo a tre, ha rispolverato il 4-3-3. L’intento è sempre quello di essere propositivi, verticali e rapidi nello sviluppo dell’azione, sfruttando soprattutto gli esterni offensivi e la profondità.

Baroni e l’efficace fase offensiva della Lazio

La Lazio ama tenere il controllo del gioco ed accelerare in verticale. Cercando molto spesso di isolare gli esterni sulle fasce e creare superiorità numerica con le sovrapposizioni dei terzini. Una soluzione tattica che ha trovato la sua massima efficacia quando nell’undici iniziale della Lazio, Baroni ha rinunciato ad un centrocampista e inserito Dia alle spalle di Castellanos. In questo modo, i biancocelesti hanno aumentato il peso offensivo riempiendo di più e meglio l’area di rigore.

La presenza di due attaccanti in zona centrale crea pericoli sia nell’attacco all’area di rigore che quando la squadra di Baroni aggira la difesa avversaria sfruttando la zona centrale.

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