Alla vigilia del lunch match contro l’Atalanta (qui i convocati), Vincenzo Italiano ha fatto il punto sull’andamento della squadra e sulle accortezze necessarie per il big match di domani. In conferenza stampa, ha parlato anche delle condizioni di Thijs Dallinga e Santiago Castro, così come dell’evoluzione di Aebischer e della prontezza di Ravaglia.
La conferenza stampa di Vincenzo Italiano alla vigilia di Atalanta-Bologna
Atalanta-Bologna: la classifica parla di uno spareggio per il terzo posto?
«È una partita che dice che ci si gioca qualche posto per l’alta classifica. Quando ci sono partite tra squadre che si stanno giocando qualcosa di così grande è difficile. L’Atalanta in casa è sempre una delle squadre più forti, non da quest’anno ma da tantissimi anni. Dobbiamo stare attenti perché va affrontata, come sempre, con la massima concentrazione, attenzione, curare tutti i minimi dettagli, anche quello più piccolino, e cercare di continuare su questo livello di prestazioni. È un periodo in cui ci stiamo esprimendo bene, in cui stiamo ottenendo risultati importanti con continuità e domani l’obiettivo sarà quello: dare continuità».
L’ultima volta in casa dell’Atalanta è stato in Coppa Italia: quanto quella partita può servire da indicazione per la gara di domani? Secondo lei, Vincenzo Italiano, Pobega potrebbe essere l’uomo chiave per non chiudersi?
«Non è una questione di singoli. L’Atalanta riempirà la metà campo e l’area di rigore con tanti uomini, tutti pericolosi. Retegui è il capocannoniere della Serie A, gli esterni arrivano aggressivi, riconquistano tutti i palloni calciati fuori dall’area di rigore. Meno stiamo nella loro zona di comfort, meno pericoli ci saranno. Però certo, anche se lo dici e ti sei preparato, facendo tutto per arrivare lì e limitarli, avremo comunque momenti in cui soffriremo. Dobbiamo essere concreti e cinici, e in questo momento ci stiamo riuscendo. Contro l’Atalanta sarà una partita di grande ritmo, intensa e apertissima. Mi auguro che la nostra crescita continui in tutti i sensi, sia per chi partirà dall’inizio, sia per chi subentrerà, perché chi arriva dalla panchina dà una bella iniezione di energia. Se vogliamo competere con i grandi, dobbiamo tenere il passo e domani sarà una partita ad alto coefficiente di difficoltà».
Cosa ne pensa di chi dice che il Bologna è la squadra più “ingiocabile” della Serie A?
«Ci sono stante squadre che stanno dimostrando di essere difficili da affrontare. Noi ci stiamo esprimendo bene, i risultati continui ci devono dare la forza. Quello che vogliamo fare è rendere la vita difficile a tutti. Prima parlavo dei ragazzi del secondo tempo contro il Napoli: non abbiamo fatto altro che aggiungere quella qualità necessaria per essere pericolosi, quello deve essere in nostro filo conduttore da qui alla fine».
Quanto è importante avere la certezza che chi subentra riesce a lasciare il segno come chi è in campo dal primo minuto?
«È bello perché è il principio di una squadra che vuole ottenere grandi risultati. I subentrati, se con la mentalità giusta, ti danno qualità e ti permettono di ottenere risultati. Da questo punto di vista noi stiamo facendo molto bene, il calendario è pesante e a maggior ragione servirà l’apporto di tutti. Non dobbiamo abbandonare questa mentalità, ci tengo molto. Anche io da calciatore, quando venivo chiamato in causa dalla panchina, cercavo di mettere tutto il mio impegno e mettere in difficoltà l’allenatore che non mi aveva scelto dal primo minuto».
Come descriverebbe questo Bologna?
«In questo momento il Bologna ha grande entusiasmo, lo si percepisce in ogni angolo: la squadra, l’ambiente, tutti. Quando fiducia ed entusiasmo non mancano, ti puoi esprimere nel miglire dei modi. Noi lavoriamo con serenità, con il sorriso, è così che la fatica non arriva in anticipo, nulla ti pesa, arrivi al campo per migliorarti con umiltà. Certo, la partita va poi affrontata con sfrontatezza, ma il lavoro umile paga».
Come descriverebbe Michel Aebischer?
«Michel è un giocatore diverso da prima dell’infortunio. Non era più lo stesso, non riusciva più a fare la differenza sempre, ma a Verona mi ha dimostrato di essere cambiato. Lo catalogo come quei giocatori intelligenti che hanno capacità di fare scelte corrette, dinamismo e personalità».
Quali sono le condizioni di Dallinga?
«A Thijs lo stanno aiutando quei gol arrivati a Empoli, ma anche il secondo tempo di Venezia. Non basta soffermarsi sui gol, devi anche valutare l’apporto alla costruzione del gioco. Il dolore lo sente meno, spinge forte, è contento e felice, e se ci metti pure i gol viene tutto condito in modo perfetto. Così come Santi: si sta trascinando un po il problema rimediato in ritiro, ma anche a mezzo servizio è un animale. Sono sicuro che in questo finale avremo due numeri 9 che possono fare la differenza».
Ha parlato con Federico Ravaglia? Adesso toccherà a lui e sicuramente si sentirà il peso della sua città sulle spalle…
«Ho parlato spesso con lui: gli ho sempre detto che avrebbe trovato spazio, che sarebbe stato coinvolto in tutte le competizioni. Adesso deve farsi trovare pronto come ha fatto contro il Napoli. Abbiamo portieri intelligenti, che hanno veramente tatuato lo stemma del Bologna sul petto. Dormo sogni tranquilli perché so che il ragazzo è un professionista serio».
Si parla di momento di crisi per l’Atalanta: lo vede anche Vincenzo Italiano?
«Forse in quella di Firenze non è stata la solita Atalanta arrembante, ma per il resto è la solita Atalanta. Se si svegliano bene, sono la solita macchina da gol, che crea e macina gioco. Domattina dobbiamo svegliarci pronti anche noi, con le antenne dritte, pronti ad affrontare una squadra che negli ultimi dieci anni ha fatto sfracelli. Dobbiamo controbattere».
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